Il gruppo è il primo aspetto che si incontra in Comunità. Tutte le attività si svolgono in gruppo e di gruppo si sente parlare sempre, e da infinite angolature.

Il tempo dei seminari è trascorso completamente in gruppo, sia durante le sedute di lavoro che durante molti momenti della giornata, e questo fa sì che ognuno si renda conto da subito che il Gruppo è l’elemento fondante della Comunità. D’altra parte, che Comunità sarebbe senza gruppo?

Dopo un primo periodo di frequentazione, si nota però un’altra cosa: non si tratta solo di una vita nel gruppo, ma di una vita di gruppo. Cambia solo una piccola preposizione, eppure i due concetti sono molto diversi: una cosa è trascorrere del tempo insieme a un gruppo, altra cosa, ben diversa, è entrare a far parte di una vita di gruppo. Il confine tra questi due diversi stati, è segnato da un’azione semplice, quale è il rigoverno della cucina dopo i pasti, funzione svolta da sempre da tutti i partecipanti ai seminari.

Questa piccola funzione, lungi dall’essere proposta solo come aiuto nella gestione operativa, ha invece un significato molto più profondo, scelto e voluto fin dalla fondazione della Comunità. E’ proprio mentre siamo lì insieme – magari davanti ai lavelli della cucina o in un altro spazio comune – che ci possiamo accorgere della natura del luogo in cui siamo arrivati: non è un agriturismo e men che meno un albergo, ma è una Comunità che pulsa e vive di una vita di gruppo, sempre presente ed espressa in ogni istante della giornata.

La seconda parola che ci viene incontro è Servizio: parola che suona in modo diverso da persona a persona, perché su alcuni esercita un’attrazione spontanea mentre su altri genera una resistenza, in quanto viene subito collegata ad antiche impressioni scolpite nell’inconscio collettivo, tipo l’idea di qualcuno che serve qualcun altro. Ma con un po’ di pazienza e soprattutto con un po’ di conoscenza, anche questa resistenza può essere superata.

I due concetti, di gruppo e di servizio, possono sembrare paralleli e distinti, ma non è così. Infatti il Servizio non è che l’azione naturale e spontanea scaturita da una coscienza che si è aperta al gruppo e che si percepisce parte di una coscienza più grande. Espandendosi il campo di attenzione e di consapevolezza, anche la propria azione nel mondo è destinata ad estendere il proprio confine, diventando un’azione di gruppo: nulla di più ovvio, naturale e spontaneo.

Perciò sia gruppo che servizio sono dei punti di conseguimento della coscienza, che nascerebbero in modo fluido e spontaneo dalla realizzazione della propria individualità, se non fossero ostacolati da condizionamenti separativi, tanto limitanti quanto artificiosi.

C’è chi si sente attratto dal gruppo e si avvicina perché cerca quest’esperienza; e c’è chi si sente attratto dal servizio e chiede di poter servire. Sono due tipi di approccio solo apparentemente diversi, ma in realtà sono solo due vie che portano ben presto a un unico risultato: la nascita del Servitore dentro di noi.

Marina Bernardi