Sempre più spesso usiamo il termine “Vita Una”, ma, altrettanto spesso, non ne cogliamo i numerosi significati e implicazioni; soprattutto, esso diventa un concetto ripetuto fino ad essere una specie di “slogan psicospirituale”, che di certo racchiude una grande visione ma che tende a restare astratto e poco applicabile alla vita concreta. Eppure, se la Vita è Una, ne discende che tutti gli esseri sono non solo collegati, ma interconnessi: vite dentro vite dentro vite, in un mirabile intreccio che esprime Intelligenza e Amore.

Ma il primo grande collegamento che attende di essere realizzato per poter poi esperire tutti gli altri, è quello dell’essere umano con la propria parte superiore e divina. Mentre le varie componenti della persona si sviluppano e si armonizzano tra loro, parallelamente si intensifica anche il collegamento con il nucleo essenziale, in un processo infinito di integrazioni e di unificazioni successive.

Nel corso delle varie epoche della storia dell’umanità, tale unificazione tra spirito e materia ad opera della coscienza è stata stimolata da pratiche specifiche, introdotte da grandi Figure di Insegnanti spirituali e suggerite come altrettante vie di autorealizzazione. E’ così che sono nati vari tipi di Yoga, intendendo con questo termine un metodo di unificazione interiore di parti prima separate.

Ogni Yoga corrisponde allo stato evolutivo degli esseri umani nell’epoca in cui è stato dato, ed è volto ad orientare ed accelerare lo sviluppo secondo le linee evolutive prestabilite dalle Guide dell’umanità per quel certo ciclo. Dobbiamo perciò supporre che ognuno di essi sia stato uno specchio fedele della mentalità di quel tempo e che ogni tipo di pratica, a sua volta, abbia influenzato lo stile di vita di interi popoli.

Certamente all’affacciarsi di ogni nuovo ciclo, accompagnato dal suo specifico tipo di yoga, i metodi usati precedentemente non sono spariti, ma sono rimasti quali strumenti ben conosciuti e perciò ormai parte del bagaglio dei ricercatori dello spirito, che possono così contare su una gamma piuttosto vasta di possibilità espressive già sufficientemente integrate.

Può essere utile anche per noi, oggi, sapere quali sono stati, a grandi linee, gli yoga del passato; e non solo per scopo di conoscenza, ma anche, e soprattutto, per essere consapevoli degli strumenti che abbiamo a disposizione con la finalità di poter scegliere tra di essi quello più adatto per ogni momento del nostro percorso spirituale. Inoltre, il conoscerli almeno un po’ e sapere che effetti possono produrre sulla coscienza, ci mette in grado di applicarli quali fattori di equilibramento di tutte le componenti del nostro essere e di armonizzazione tra necessità diverse.

Se ciò può essere utile all’individuo, lo è ancora di più per un gruppo in cui si mescolano stati di coscienza diversi e in cui le persone si trovano in differenti fasi  del sentiero spirituale.

Passiamo perciò in rassegna, in modo sintetico, questi vari tipi di yoga e cerchiamo di percepire, mentre li scorriamo, qual è il nostro rapporto con ciascuno di essi e in che modo si esprimono nella nostra vita:

  • Hatha Yoga: consiste in posizioni attraverso cui il corpo fisico si sviluppa e si carica di energia, sempre accompagnate dalla respirazione consapevole. Al tempo della Lemuria era lo Yoga preminente e aveva la funzione di armonizzare il corpo fisico e di allinearlo con l’eterico. Puntava inoltre ad attivare la volontà, sì che questa si esprimesse attraverso il corpo. Ora che tali obbiettivi nella razza umana sono raggiunti, questo Yoga può essere utile come “richiamo” per mantenere fluido il coordinamento psiche- corpo e corpo fisico- corpo eterico; ma anche per equilibrare eventuali eccessi causati da altri Yoga che tendano a scordare la relazione col corpo. E’ anche un buon allenamento dell’autodisciplina.
  • Laya Yoga: esso agisce direttamente sui centri del corpo eterico (chakra), portandoli a sviluppo e purificazione attraverso tecniche di respiro avanzate. Al tempo di Atlantide questa tecnica veniva applicata solo dai Maestri verso allievi pronti ed era tenuta segreta. Ma poi venne incautamente svelata e produsse le distorsioni che hanno infine causato la caduta di Atlantide. La cito solo quale invito a evitare di incorrere in questo tipo di pratiche, molto pericolose se non eseguite sotto la Guida di un Maestro, per cui a livelli di sviluppo molto avanzati.
  • Bhakti Yoga: la via della devozione. Basa sul riconoscimento di Esseri superiori, a cui ci si dedica con varie modalità, dalla meditazione all’uso di canti, danze e cerimonie: la bellezza esteriore era dunque volta a risvegliare quella interiore e ad accostarsi il più possibile all’Essere oggetto di devozione quale Fonte di risveglio e di realizzazione. Fa parte di questo Yoga anche l’uso di Mantra, cioè di parole e suoni con effetto elevante. L’uso di Mantra può espandere la coscienza e renderla sensibile a impressioni cosmiche e divine, irradiandole poi verso altri esseri come atto di servizio. Fanno perciò parte di questo Yoga l’uso dei Mantra e delle Invocazioni che facciamo nell’ambito della Comunità, così come ne è espressione la devozione che coltiviamo verso i Maestri.
  • Karma Yoga: è lo Yoga dell’Azione, dunque quello del Servizio. Ma non basta il fare per rientrare in questo Yoga: la coscienza deve essere focalizzata sul Sé superiore e irradiare luce e amore da quel livello in ciò che il corpo fa. Una condizione importante perché i nostri atti siano manifestazione di questo Yoga, è che non vi sia aspettativa di un ritorno personale a nessun livello. Ha il potere di generare distacco dalle pretese dei corpi inferiori, preparando al servizio e al lavoro come radiazione spontanea della luce interiore attraverso l’azione. In Comunità questo Yoga si esprime attraverso il valore dato al Servizio e all’azione rivolta al Bene Comune.
  • Jnana Yoga: si pratica attraverso la ricerca di saggezza conseguita grazie alla discriminazione e alla caduta delle illusioni. Produce una crescente chiarezza su ciò che è veramente necessario, su cause ed effetti, sul valore degli obbiettivi e su come raggiungerli. Gli strumenti attivati in questo Yoga sono l’intelligenza e il puro amore per la luce del Piano. Attraverso esso l’essere umano scopre le leggi della natura e impara ad usarle per il servizio al Tutto e per lo sviluppo della sua coscienza. E’ perciò uno Yoga di conoscenza, che migliora la sostanza mentale e la rende strumento di servizio. Troviamo espressione dell’Jnana Yoga in tutto il lavoro di psicosintesi personale, in cui impariamo a distinguere e a discriminare, a saperci orientare, a saper scegliere.
  • Raja Yoga: è la tecnica di unificazione con l’anima e con l’Angelo Solare. Punta a fondere l’intelletto con l’intuizione, la mente inferiore con la superiore e perciò si tratta di uno Yoga avanzato. Sua mèta è di interrompere i meccanismi della mente e di renderla solo uno specchio limpido e adatto a cogliere il riflesso della Realtà superiore, le visioni e le ispirazioni provenienti dall’anima. Chi si dedica a questo Yoga è chiamato a fare della sua vita un atto di meditazione, in tutto ciò che vive e che fa, fino al contatto con l’anima. Questo Yoga porta allo sviluppo dei poteri psichici superiori e al pieno controllo della personalità, mentre l’essere resta concentrato nel Sé, da cui prende energia e ispirazione. Non è difficile riconoscere come espressione di Raja Yoga tutto il lavoro della Meditazione Creativa, che nella Comunità è un punto centrale.
  • Agni Yoga: qui l’unione è prodotta attraverso il contatto con il Fuoco. Si tratta di Fuoco spaziale che brucia uno a uno tutte le limitazioni e gli ostacoli presenti nella natura inferiore, compresi i debiti karmici, portando all’esperienza della libertà dal passato. Ovviamente esso richiede la piena disponibilità della persona a sacrificare, nel senso di lasciar gradualmente bruciare, tutto ciò che la trattiene. Mentre negli Yoga precedenti è presente, in modi diversi, un atteggiamento di ritrazione dalla vita usuale, nell’Agni Yoga è propugnata la piena immersione in tutti gli aspetti della vita, senza restare attaccati a nessuno di essi ma tendendo continuamente all’esplorazione dei mondi intuitivo, buddhico, atmico, sia dentro di sé che in cerchi di tensione sempre più vasti fino all’infinito. In chi sceglie questo Yoga, tutte le azioni devono essere pervase dallo sforzo purificante del Fuoco, e perciò lo stile di vita deve essere rigoroso ed essenziale, per non disperdere energia che invece va convogliata nell’accensione del Fuoco interiore. Salta subito agli occhi, e soprattutto al cuore, come questo Yoga sia impegnativo e richieda una decisione totalizzante, non solo aspirativa ma effettiva. A tale passaggio ci si avvicina per gradi, cominciando dal pensare in termini di Fuoco e dal coltivare tutto ciò che è portatore di Fuoco: la Bellezza, il Lavoro, la Responsabilità, la Conoscenza, la Sintesi in tutte le sue manifestazioni e molto altro.

Gli Yoga che gli esseri umani hanno adottato e che ancora adottano, li preparano a questa mèta finale, essere Fuoco. Essendo considerato uno Yoga di Sintesi, l’Agni Yoga si avvale di tutti gli strumenti offerti dagli altri Yoga, amministrandoli con saggezza ed equilibrio. Ma al contempo li trascende in un moto deciso di penetrazione nell’Essenza, nel Cuore di tutte le cose.

Come Comunità abbiamo “scelto” l’Agni Yoga come riferimento principale, pur essendo attive le manifestazioni di tutti gli altri Yoga : possiamo dire che è un’ipotesi coraggiosa, che va coltivata in piena umiltà. E’ una direzione scelta, una via su cui cimentarsi passo dopo passo, una visione della vita che di certo presenta ostacoli e sfide; coscienti della distanza e del tempo, ma sapendo anche che distanza e tempo sono illusori. Senza preoccuparsi della mèta, né badare al risultato, con la certezza che tutti gli altri Yoga possono sostenerci e rinsaldare i nostri passi: Movimento, Conoscenza, Devozione, Servizio, Meditazione…tante vie a disposizione in ogni nostro giorno, e tutte convergenti verso la rivelazione dell’Essenza.

 di Marina Bernardi