“Quando ti viene affidato un nuovo e più vasto campo di servizio, si apre a te la gioia…” (M.T.)

 

Il servizio è un campo di vita e di esperienza che si apre davanti a noi e che si amplia in modo costante, attraverso passi successivi, il più delle volte segnati da accadimenti significativi; è soprattutto il nostro entrare in piena consapevolezza in quel campo più vasto e trarne delle comprensioni che rendano il nostro “essere nel mondo” sempre più cosciente e costruttivo, sia per noi che per ciò che ci circonda.

Il recente convegno di Agni Yoga è stato proprio questo: l’entrare insieme in un campo di vita e di esperienza più ampio, e questo sia per il suo abbracciare molte persone, da molti gruppi, da molti paesi e da tutti i continenti, che per la profondità dei temi trattati e il loro protendersi verso il futuro.

Un evento così non può esaurirsi nei pochi giorni del suo svolgimento. Perciò la riflessione e l’elaborazione degli stimoli ricevuti deve continuare, così da utilizzare il più pienamente possibile il magnete che l’evento ha rappresentato.

Voglio portarvi perciò alcuni punti che sono parte della mia elaborazione, quelli che mi sembra potrebbero apportare un qualche “nutrimento” al nostro servizio comune.

Parto da qualcosa che era già stata presente nel convegno The Planet Within, ma che ora è diventata una prassi nel processo di gruppo. Si tratta della collaborazione consistente con amici di altri paesi, che hanno preso parte fin dall’inizio alla preparazione dell’evento e che sono stati inclusi nel cuore del convegno. Potrebbe sembrare che questo basi su una motivazione soprattutto pratica, del tipo “Se ci sono persone capaci, perché non fruire del loro contributo?” In realtà il loro esserci ha un significato che va molto oltre quello basato su un’utilità concreta. Dietro la loro presenza consistente ci sta uno spostamento energetico importante, che comporta il distacco da una precedente forma pensiero su noi stessi e sui confini del gruppo. Fino a poco tempo fa, il gruppo più interno e perciò più responsabile, era composto da coloro che sono cresciuti nell’alveo della comunità, che per anni hanno partecipato ai nostri corsi e scuole per poi approdare al servizio. Questo è stato il percorso che in molti abbiamo fatto, un percorso ordinato e basato su una graduale assunzione di responsabilità entro lo spazio della comunità.

Oggi non è più così, e questo passaggio non è di poco significato. Oggi possono diventare parte integrante del gruppo anche coloro che provengono da altri percorsi e che non sono cresciuti sotto l’albero Comunità. Ma sono anime che abbiamo riconosciuto per consonanza ed affinità interiore, così come loro hanno riconosciuto e risuonato alla nota sottile della Comunità’. Per essere sempre più quel “Centro planetario di Servizio e di Sintesi” di cui abbiamo spesso parlato, questa apertura dei confini è non solo auspicabile ma anche necessaria.

Mi torna spesso un’immagine: tra il gruppo comunità cosi come lo abbiamo sperimentato finora e il resto del mondo, c’è una doppia porta. La prima, quella verso l’interno, la dobbiamo aprire noi, attraverso la disidentificazione dalle abitudini e immagini di quel tipo di gruppo che a lungo siamo stati; l’altra, quella verso lo spazio più ampio che sta all’esterno, la devono aprire coloro che vivono e operano all’esterno e che hanno risposto alla nota che proviene dal cuore della Comunità. Se le due porte vengono aperte simultaneamente, avviene un contatto che libera un altissimo potenziale creativo che fa sì che la Comunità possa crescere ed espandersi e, cosa fondamentale, possa svolgere il suo compito per il mondo e nel mondo. L’apertura simultanea delle due porte è d’altra parte il risultato di molte fasi di impegno precedenti, che hanno visto la creazione di relazioni tra il “dentro” e il “fuori”, fino al punto che ha reso possibile ora –e non poteva esserlo prima – questo nuovo passaggio.

“L’onda di energia si propaga all’istante attraverso i nodi di trasmissione; quindi un collettivo internazionale è auspicabile nell’azione. Ne deriva che un’ondata di internazionalità è necessaria, poiché la diversità delle varie dinamiche produce una tensione maggiore.” (Comunità, 173)

Un’altra osservazione che, secondo me, è degna di nota, è che questo Convegno internazionale verteva principalmente sull’Insegnamento e aveva come suo scopo principale quello di collocarlo in un posto d’onore, dando così energia alla sua diffusione nel mondo. I vari convegni internazionali su temi legati ai Roerich a cui abbiamo partecipato negli anni, avevano di solito come soggetti quelli della Bandiera della Pace, della Cultura, della vita e memorie dei Roerich. L’Insegnamento vi entrava un po’ di striscio, come occultato dietro temi di carattere più diffusivo. L’Agni Yoga che si fa strada e che prende il primo posto nel percorso di un convegno è cosa nuova ed è un segno dei tempi, che risponde alle necessità dell’umanità di oggi.

Dove andremo a finire come umanità se non apriamo la mente e il cuore alle parole di luce che ci sono portate dai grandi Insegnamenti? Come ritrovare la strada verso il Bene in mezzo a tanto abominio? Ricordiamo una cosa ripetuta varie volte: un Insegnamento, qualunque Insegnamento di tutti i tempi, si caratterizza perché è un Pensiero che proviene da una Mente illuminata, quella di un Maestro di Saggezza. Questo differenzia un Insegnamento da qualunque altro scritto, anche i migliori, a cui abbiamo accesso. Ogni parola è un condensato di luce, che pertanto attiva all’interno del nostro cervello una graduale illuminazione, ed uso la parola cervello perché ciò che avviene è proprio un’attivazione a livello neuronale. E l’Agni Yoga è stato dato come Insegnamento di Sintesi per la nuova epoca. Uno degli effetti del Convegno è stata la richiesta da parte di molti di poter accedere a dei gruppi di lettura dell’Agni Yoga e questo è un buon segno.

Credo che questo Convegno abbia svolto la funzione di dare una spinta a una nuova fase di diffusione dell’Agni Yoga: così come il Maestro, proprio nella pagina di uno dei libretti, invita a porlo ai crocicchi delle strade, ora, in questo nostro tempo di comunicazione telematica, quei crocicchi possono essere tradotti nella modalità online. Molto potrà essere fatto come risposta alle richieste pervenute. Tuttavia esiste un atto preliminare che può essere compiuto da tutti noi e che è un vero atto di servizio: infondere l’Insegnamento, ognuno dei suoi libri costitutivi, di tutto il nostro amore e riconoscimento, in modo che sia questo amore che li sospinge verso il mondo. E’ l’amore proveniente da cuori puri e carico di gratitudine, che può contribuire a magnetizzare con uno strato di “coscienza” la circolazione dei libretti nel mondo, perché l’amore è la sorgente del magnetismo.

C’è un altro punto su cui voglio soffermarmi: l’esperimento di Economia del Dono che abbiamo scelto di adottare per questo Convegno. C’è stato un momento in cui accogliere quest’ispirazione ha rappresentato un “salto nel vuoto”: è una cosa che non avevamo mai sperimentato prima e sapevamo dell’ammontare piuttosto elevato dei costi di un evento che necessitava di supporto tecnico e di traduzioni simultanee.

Ma perché non provare ad applicare una modalità diversa e nuova per ottenere le risorse necessarie? Una modalità che faccia appello al valore che ognuno dà all’evento e che sia contemporaneamente corrispondente alle reali possibilità di ognuno, anche dei giovani e di coloro che vivono in paesi svantaggiati? Abbiamo voluto provarci, coltivando la fiducia che, se questa era un’ispirazione, ce l’avremmo fatta a sostenere i costi.

Ebbene, il risultato è stato molto positivo: abbiamo ricevuto quanto necessario e anche di più. Così abbiamo pensato di portare oltre l’esperimento, attivando, dopo l’economia del dono, quella della circolazione. Una parte dei ricavi sarà così messa a disposizione di iniziative a favore della diffusione dell’Agni Yoga da parte di un paio di gruppi che abbiano formulato un progetto in tal senso.

Il Convegno di Agni Yoga non è finito il 4 ottobre, ma continua, perché è ora che l’energia attivata sta cominciando a dare molti frutti in forme diverse e in tutti i gruppi che vi hanno preso parte. Ma anche in tutti i gruppi e le iniziative che da questo Incontro di anime nasceranno.

E’ sempre così: ogni azione di servizio dà vita ad altre opere, ogni lavoro porta più lavoro, ogni sforzo genera più sforzo. Tutto questo potrebbe essere a volte non facile da accettare; per lo meno risulta diverso dal modo usuale di considerare il lavoro. Ma questa è la natura e il modo di operare di quel grande Principio Creativo tanto nominato e ripetuto nelle pagine dell’Agni Yoga.

L’Insegnamento attende oggi da noi un nuovo impulso, perché esso rappresenta un Impulso di Vita per il Pianeta. Siamo pronti, e sempre più numerosi, ad accoglierlo nel nostro cuore e ad infonderlo di tutto l’amore di cui ha bisogno per svolgere il suo Compito nella coscienza umana.

(PS: è possibile richiedere le registrazioni video delle giornate del convegno: Vai alla pagina)

Marina Bernardi