Se una settimana fa ci avessero chiesto di riuscire a sopravvivere senza telefoni, noi ragazzi avremmo risposto di no! Però abbiamo deciso lo stesso di metterci alla prova!! E che prova!!!
Abbiamo accettato la sfida di vivere una settimana in una baita in montagna isolati da tutti.
Inizialmente ci siamo sperimentati come gruppo attraverso ritmi e attività giornaliere condite da lunghissime e incantevoli passeggiate nei boschi e serate all’insegna del divertimento. Fra tutte queste risate non abbiamo minimamente sentito il bisogno di usare il telefono o lo smartphone, anche se, a essere sinceri, all’inizio ci sono state delle tentazioni… perché diciamoci la verità, lo smartphone è uno strumento che fa un po’ da valvola di sfogo e quando siamo arrabbiati o tristi, in imbarazzo o a disagio tendiamo a rifugiarci in esso. Quindi in questo viaggio ci siamo rapportati gli uni con gli altri in tutto e per tutto (questo comprende anche le litigate!!) e questo ci ha portato a conoscere meglio non solo gli altri, ma anche noi stessi. Possiamo dire che la mancanza del telefono e il paesaggio “aspro” ci hanno insegnato ad adattarci alle situazioni e alle dinamiche del gruppo e questo ci ha portati ha intraprendere nuove amicizie, che probabilmente non avremo mai pensato possibili.
La montagna quindi è riuscita a unire tutti nelle difficoltà, come la mancanza di casa o gli spazi ridotti e le porte basse (che capocciate!!), trasformandole in opportunità di crescita e di divertimento. Tra di noi non tutti avevano il fisico da “montanaro”, ma possiamo dire di essere arrivati tutti alla vetta di Cima Paradisi (2206m), aiutandoci e incoraggiandoci a vicenda.
Questa è un’esperienza che noi tutti sicuramente vorremmo rivivere, per come è riuscita a farci amare il lato selvaggio e rustico della montagna alla quale non eravamo abituati.
Allora che dire sfida accettata, sfida superata!!