IL SERVIZIO: ciascuno ha il suo contributo da offrire alla vita

 

E’ triste ammettere che solo pochi uomini sono animati dal desiderio di donare se stessi al mondo e di contribuire realmente all’evoluzione dell’umanità, anche se questo, a ben guardare, è il vero senso della nostra vita e l’unico impegno che favorisce la crescita della coscienza.

Hermes parlava come se riflettesse ad alta voce, mentre chino sul camino aggiungeva altra legna al fuoco scoppiettante.
Gli amici della comunità erano seduti a semicerchio nell’accogliente sala per approfondire insieme il tema del Servizio.

Marta, per prima, osservò: “Non credi, Hermes, che la vita preveda già tanti compiti personali e familiari da lasciare poco spazio ad altri impegni esistenziali?”.

Quando la maturità psichica è sufficiente – rispose Hermes – si impara a distinguere tra il nostro tornaconto e la dedizione al bene generale, anche se è impercettibile il confine che separa l’autogratificazione dal lavoro per l’evoluzione del mondo. Dobbiamo apprendere ed ampliare l’orizzonte delle idee a cui siamo abituati per cultura e tradizione, a collegare ogni istante dell’esistenza con i legami del passato e con l’inevitabile futuro, lasciando i residui inutili che appesantiscono il nostro cammino. D’altra parte, l’attaccamento alla propria personalità e ai vincoli di sangue è quasi inconciliabile con il progresso spirituale.
Molti si dichiarano disponibili a lavorare per il bene comune solo fino a quando questo non interferisce con le loro abitudini e con i loro interessi familiari. Il Servizio, però, richiede sacrificio e completo distacco da tutto ciò che è personale. Mi rendo conto, comunque, che la “legge del sacrificio” diviene accettabile solo quando la coscienza si è ampliata, i sentimenti raffinati e la comprensione maturata: scompaiono allora l’auto-compatimento, la competitività, l’invidia, la paura del futuro, mentre il nostro animo percepisce la bellezza e la gioia che nascono dal servire l’umanità.

Guglielmo intervenne: “Non credi che le religioni di stato abbiano limitato la vera comprensione del Servizio, spaventando gli uomini con l’idea del peccato, fino a ridurli alla condizione di schiavi che trasportano un carico che non conoscono?”.

Hermes: Le religioni, che sono un insieme di regole e rituali costruiti dagli uomini su di un insegnamento illuminato, hanno il compito, principalmente, di guidare la coscienza di chi cerca un sentiero spirituale. Certo è auspicabile che l’uomo della Nuova Era diventi autonomo, coraggioso, illuminato, infaticabile testimone della legge dell’unione spirituale, realizzata attraverso la comunione d’intenti. Ma questo nuovo modo di intendere l’impegno spirituale non diminuisce il valore del compito delle religioni ufficiali.
Di difficile comprensione, piuttosto, è il significato autentico del Servizio: di norma si pensa che esso equivalga a soddisfare la richiesta di aiuto, senza badare alla sua qualità. Così, dato che gli uomini vogliono essere aiutati solo in ciò che si confà al loro orgoglio e benessere personale, spesso chi “serve” si limita ad aumentare il cumulo pietrificato delle abitudini e delle illusioni altrui. Servire, in realtà, è essenzialmente Il saggio uso delle energie.

Guglielmo riprese: “Ma che significa usare saggiamente le energie?”.

Hermes: Utilizzare con precauzione e saggezza il nostro “strumento”, pronti ad offrirlo per il miglioramento della qualità della vita. Chi sa servire non è mai pago di quanto ha conseguito: sempre pronto ad agire, sa però trattenersi al momento opportuno.
Irreprensibile e rigoroso, non trascura mai ciò che ha iniziato e non comincia alcuna attività per interesse personale. Non è attaccato alla vita, ma non la spreca Inutilmente e, pur lottando per lo spirito, non si rifugia nell’ascetismo estraniandosi dalla terra.
In ogni caso per servire è fondamentale essere attenti al movente Interiore e svilup-pare la capacità di tollerare i giudizi contrastanti degli altri.

Giulietta aggiunse: “Anche a me non è chiaro in che modo si possa riuscire a fronteggiare l’energia delle emozioni e dei desideri…”

Hermes la guardò sorridendo e rispose: Non si deve mai rinunciare alle emozioni e ai desideri perché le une sono le scintille della fiamma dell’entusiasmo, gli altri sono la forza motrice di ogni conquista: lo spirito stesso si incarna di desiderio. Il problema non è tanto quello di liberarsi da emozioni e desideri quanto quello di riuscire a discriminare tra le forze che traggono in alto e le pulsioni che trattengono in basso. E’ interessante notare che nella natura solo l’uomo tende ad attaccarsi tenacemente e a contagiarsi reciprocamente attraverso i desideri “inferiori”, fino a perdere qualsiasi elasticità e dinamismo. Molti continuano a piangere per i propri desideri irrealizzati, senza accorgersi che questi sono come parassiti che consumano le migliori energie.

Cesare prese la parola: “Sembra proprio che tu ritenga il Servizio la via di elezione per il cammino spirituale…”

Certo – rispose Hermes – Noi siamo come dei magneti che emettiamo energia psichica secondo la qualità della nostra coscienza. Una coscienza che serve migliora se stessa perché si identifica in tutta l’umanità e allarga il proprio impegno a favore di tutto il pianeta.
Il Servizio è essenzialmente un atteggiamento interiore, che non può essere legato soltanto ad azioni formali; talvolta significa restare non visti, pur penetrando e dirigendo o-gni azione, e coltivando la mobilità dell’impegno e la vastità della visione.
E’ necessario focalizzarsi sulle grandi linee dell’evoluzione umana, tralasciando i dettagli della vita quotidiana, che fluiscono di per sè. Se dovessi dare un’immagine del Servizio penserei ad una via verticale diretta verso l’alto: essa presuppone il contatto della volontà individuale con la volontà transpersonale e cosmica, affinchè ci illumini e ci guidi.

Leonardo, perplesso, si rivolse ad Hermes: “Quella del Servizio sembra comunque una strada per pochi e irta di difficoltà”.

Hermes: Ciascuno può valutare se sia più saggio aggirare la montagna o scalarne le vette aguzze per la via più rischiosa e impervia. E’ anche vero che la vita distribuisce il lavoro secondo le capacità di ognuno, e perciò ogni scelta individuale va rispettata. Ma chi vuole abbellire il futuro con i fiori della propria dedizione e ispirazione deve accettare l’ipotesi che aumentando la velocità della propria imbarcazione aumenti la resistenza dell’acqua, e che quindi sia proprio il nostro stesso impeto esistenziale a farci incontrare nuovi ostacoli sul percorso. D’altronde chi si arrende alle prime difficoltà denuncia scarse risorse, perché se la coscienza è salda le forze contrarie sono finanche benefiche.
Si parla molto degli ostacoli della vita, ma quasi mai ci si ricorda che più pesante è il carico, più breve sarà il nostro cammino; inoltre l’arte di utilizzare gli ostacoli accresce grandemente la nostra energia e pervade di gioia qualsiasi lavoro.

Camillo chiese: “Qual è il requisito principale di chi si vuole dedicare al Servizio?”

Hermes: Prima di tutto l’essere in grado di cogliere, per conoscenza diretta, i segni della Nuova Era nella vita quotidiana. Quindi la capacità di mutarne positivamente le condizioni: mentre la maggioranza degli uomini si trascina pigramente, incatenata dalle proprie abitudini, chi serve il mondo si distingue per l’efficacia del pensiero che, prontamente, si traduce in azione, e per l’impegno inarrestabile e costante.
E voglio svelarvi un segreto: quando ci rendiamo disponibili a servire diveniamo canali privilegiati per le energie dello spazio e le nostre iniziative acquistano una colorazione speciale. Inoltre, nella scelta dei collaboratori è bene affidarsi a quei pochi che, avendo la coscienza libera, sono incapaci di tradire e non temono le difficoltà.

Maria: “Come si può evocare dentro di noi il senso del Servizio?”

Hermes: Il Servizio è principalmente sacrificio di sé: non può essere imposto perché scaturisce spontaneamente dalla coscienza che, maturando, permette di comprendere i rapporti invisibili che legano tra loro gli eventi della vita. Questo ci rende tolleranti verso i nostri e altrui difetti ed evoca in noi la compassione, cioè la capacità di dirigere pazientemente verso il bene le energie della vita, in silenzio e senza costringere. D’altra parte, l’accettazione di limiti reciproci è necessaria perché grande è il bisogno del mondo e pochi sono gli uomini disposti ad aiutarlo.
In conclusione il Servizio non è una disciplina formale ma una cooperazione cosciente con quelle forze invisibili che lavorano per il bene dell’umanità.

Camillo riprese: “Come interpreti il fatto che oggi siano maggiormente i giovani a dimostrarsi sensibili al Servizio?”

Hermes: Non c’è relazione tra l’età cronologica e la disponibilità a servire l’umanità, perchè questa tensione interiore è legata soltanto all’età della coscienza. Solo quando entriamo in contatto con l’energia transpersonale latente in noi comprendiamo il senso occulto del Servizio e sentiamo la spinta interiore a usare la nostra personalità per il bene comune. In quest’ottica, possiamo definire il Servizio un impulso del Sè, così come il desiderio lo è per la nostra “natura inferiore”.
Il Servizio è una Legge, e co me tale viene riconosciuta prima o poi; aprirsi ad un impegno personale rappresenta, perciò, un vero e proprio metodo autorealizzativo. L’esempio più confacente a questa “missione” è quello dei cavalieri. del Graal, che tutti conosciamo.

“E’ bella quest’immagine disse Giulietta – anche se oggi mi sembra particolarmente difficile da realizzare…”
Hermes rispose: Portare luce è da sempre difficile perchè essa ci rende luminosi agli occhi degli altri ma non ai nostri; e poi la luce irrita chi dorme al buio.
Immaginarsi abitanti dello spazio, legati ad un impegno comune è un concetto difficile da far penetrare nella coscienza dell’uomo e richiede molto tempo: ma chi ha trovato la via, scopre la gioia di questa vocazione e può dedicare tutte le sue forze alla conquista del futuro. Questo è costruito da “impeti” di realizzazione individuale, la cui potenza è in relazione alla forza contraria che li ostacola: si diventa coraggiosi sfidando ciò che appare difficile.

Cesare intervenne: “Puoi dirci qualcosa di più per farci capire meglio cosa intendi per Servizio?”
Hermes rimase per qualche attimo in silenzio, quasi cercasse la risposta più opportuna, quindi disse: IL Servizio mira a perfezionare il mondo che altrimenti non avrebbe futuro. Pertanto chi è dedito a questo compito è sempre impegnato a costruire il nuovo, le cui difficoltà sono come un trampolino per superare ciò che è inadeguato. Inoltre, egli ha molta cura della bellezza, affinchè non scompaia, per negligenza, nella mediocrità e nella bruttezza.
Il Servizio è abnegazione, quindi non prevede tornaconto personale, perché altrimenti sarebbe egoismo in azione; è costante ricerca della verità, perchè altrimenti resterebbe confinato nelle tenebre; è uso di sofferta esperienza diretta, più che espressione di comportamenti esibiti e plateali.
E’, soprattutto, tensione al rinnovamento, per liberare il mondo dalle scorie del passa-to. Non è facile, perchè gli uomini sono restii a mutamenti significativi: sempre ben di-sposti a cambiarsi l’abito secondo la moda, sono invece ostinatamente attaccati agli antiquati contenuti della loro coscienza, anche perchè quando questa si rinnova, spesso sono messe in crisi le sicurezze di sempre e gli usuali modelli di vita crollano dolorosamente.
Gli uomini considerano come distruzione l’inevitabile scarto dei residui del passato, e come “caos” l’embrione di ogni nuova costruzione: è difficile distinguere tra il successo illusorio e il fallimento apparente, tra i segni dell’evoluzione e quelli dell’involuzione!

Marta disse con decisione: “In effetti sembra proprio che oggi, come non mai, l’involuzione stia prevalendo. Bisogna intervenire ad ogni costo”.

Maria si intromise: “E’ vero Marta, ma siamo certi di essere in grado di farlo nel modo migliore? E’ difficile sapere come agire!”

Hermes la rassicurò: Maria ciascuno ha il suo contributo da offrire alla vita: dobbiamo imparare a servire con ciò che siamo, cercando di evocare l’energia del nostro Sè con fermo proposito; lo spirito si nutre di pensieri elevati, senza i quali non riesce a vedere tutte le possibilità offertegli.

“Scusa se ti interrompo disse Guglielmo – secondo te il Sè si trasforma durante la vita?”

No – gli rispose Hermes è immutabile, in quanto è un frammento del “grande fuoco universale”. Ma, con il progredire della coscienza che lo racchiude, muta la sua rivelazione.
Poi, riprendendo la domanda di Maria a proposito della difficoltà del servire, precisò: E’ opportuno distinguere tra difficoltà, che è caratteristica del sentiero spirituale e l’incapacità che è propria di una scienza ancora immatura. E rivolgendosi a Marta, aggiunse: Certo, tutti intuiamo l’importanza del Servizio nella Nuova Era ma non per questo è lecito prefiggersi conversioni di massa! Piuttosto è necessario riuscire ad attrarre gli uomini silenziosamente, senza infastidire la loro volontà individuale. E’ saggio esprimere solo ciò che può essere compreso da chi ascolta; anche il più semplice dei suggerimenti può rivelarsi una forzatura. Non si deve obbligare o cerca-re di convincere: si può solo evocare, cementando con l’amore. Il processo con cui l’animo matura il sacrificio di sè dev’essere rispettato nei tempi e nei ritmi individuali. Infatti, è un momento di pura auto-conversione, espressione della legge del libero arbitrio, che conferisce nobiltà all’essere uomo.

Leonardo allora chiese: “Il sacrificio di sé, come tu lo intendi, è la via della rinuncia?”

Hermes, deciso: No, è la via della conquista. Chi “serve” non rinuncia alla vita ma la valuta per quello che realmente è. Bisogna semplificarla, renderla degna del fine, usando il tempo quanto più saggiamente possibile.

Giulietta intervenne: “Come mai, parlando del Servizio, non abbiamo ancora detto niente sull’amore?’

Hermes: Non c’è servizio se non c’è comprensione e la comprensione è in funzione dell’amore. Inevitabilmente i primi passi sul sentiero del Servizio sono guidati dall’amore e dalla devozione!
Ora devo proprio andare – aggiunse Hermes alzandosi – ma desidero lasciarvi con l’ultima riflessione: per servire, bisogna essere animati dall’entusiasmo per l’ascesa e dalla gioia del vivere quotidiano. Il Servizio sviluppa la creatività ed espande la coscienza, permettendoci di ritrovare la nostra dimensione planetaria.
Il fuoco nel camino si stava lentamente spegnendo, e il gruppo era ancora assorto quando Cesare propose un’immagine che gli sembrava racchiudere il simbolo del Servizio: “Atlante che sostiene il peso del mondo”.

 

Sergio Bartoli
In: “Poggio del Fuoco” – Quaderno della Comunità di Psicosintesi di Città della Pieve
N. 4 – “Il servizio”