E’ solo su quel piano che la nostra essenza, cioè quell’essere che veramente siamo, può cominciare ad emettere il suo suono, il suo colore, il suo profumo e il suo sapore. E’ un contatto che avviene nel silenzio e che tende a restare immerso nel silenzio.
Quante volte, lungo il nostro sentiero di crescita interiore, abbiamo sentito parlare del Silenzio come di un importante fattore di sviluppo? E, allo stesso tempo, come di un risultato dello stato di sviluppo a cui siamo riusciti ad arrivare? Il Silenzio è come un ospite inatteso, che non possiamo conoscere prima che entri nella nostra casa, ma che, allo stesso tempo, non sappiamo come invitare, proprio perché nessuna parola, né scritta né parlata, gli si confà: e questo già per definizione a priori.
E che senso avrebbe chiedere a qualcuno che ci dica qualcosa del silenzio? Esso sfugge ad ogni imbrigliamento, sia nelle parole – perché romperebbe lo stato di cui è portatore ancor prima di arrivarci- sia nei pensieri, perché il rumore, cioè il suo opposto, parte proprio da lì, dai pensieri.
Il Silenzio non si fa, è
Dunque non possiamo dire molto del silenzio, né pensarci e men che meno “fare silenzio”: infatti non è qualcosa che si fa e che si riscontra poi all’esterno di noi. Il silenzio che in alcuni momenti possiamo decidere di fare, è solo la sua controparte esteriore, materica, per cui la meno rilevante e anche la più facile, perché basta decidere di interrompere il normale flusso di parole e di atti rumorosi.
Il silenzio come noi vogliamo intenderlo e come ci è preannunciato quale ospite d’onore della coscienza, semplicemente è, e non c’è nulla che possiamo eliminare dalla nostra vita per consentirgli di esistere. Il silenzio già esiste, ed è già anche dentro ognuno di noi. Solo che non riusciamo a farne esperienza finché la nostra attenzione è catturata da tutto ciò che ci sta intorno e che, col suo rumore rassicurante, riempie la nostra vita: rumore che coinvolge tutti i sensi, e non solo l’udito, come spesso si tende a credere.
Tutto quel rumore in cui siamo immersi, lo abbiamo voluto e ce lo siamo meticolosamente cercato; forse proprio per non sentire la maestosità del silenzio; che può essere inquietante quando non siamo ancora pronti a percepirla perché catturati dalle lezioni di vita di cui abbiamo tuttora bisogno.
Il contatto che avviene solo nel Silenzio
Ma piano piano, man mano che avanza il potere della coscienza, quei rumori esterni ed interni si fanno più sgradevoli. E’ allora che cominciamo a cercare momenti di pace e oasi di pace, in cui i richiami del mondo ci giungano per lo meno affievoliti; cominciamo a cercare di sottrarci a tante situazioni che fino a poco prima avevamo apprezzato. Questo momento è un buon segno, perché ci fa dire che la barriera che ci separa da noi stessi, dalla nostra essenza, si è di molto assottigliata e, prima ancora che cada del tutto, già cominciamo ad assaporare il suono, il colore, il profumo e il gusto di un altro livello di vita e di un nuovo modo di essere. E’ solo su quel piano che la nostra essenza, cioè quell’essere che veramente siamo, può cominciare ad emettere il suo suono, il suo colore, il suo profumo e il suo sapore. E’ un contatto che avviene nel silenzio e che tende a restare immerso nel silenzio: da quel momento ciò che di noi uscirà nel mondo, trascinerà con sé anche un’intensità speciale, data dal silenzio che lo avvolge e sarà perciò percepibile da coloro che, a loro volta, stanno cercando quel silenzio…il silenzio espande il silenzio…
Silenzio e Bellezza
Sull’onda maestosa e potente del silenzio volano verso il mondo della manifestazione anche le qualità, prima tra tutte la Bellezza. Perché la prima tra tutte? Semplicemente perché la sua natura è legata proprio alla percezione degli organi di senso: ove questi si siano decondizionati dal rumore del mondo esterno per raffinarsi nell’atmosfera sottile e profonda del silenzio, essi diverranno i migliori veicoli della bellezza, sia quella distillata al di fuori di noi che quella che nasca da dentro di noi e da qui si manifesti nel fuori.
Verso il mondo del Silenzio
Possiamo allora comprendere come il vero silenzio, ben lungi dall’essere l’effetto di comportamenti esterni e voluti, sia invece il frutto spontaneo di un lungo processo di distacco da ciò che è temporaneo e caduco, da tutte quelle forme che, prima o poi, saremo chiamati inevitabilmente a lasciarci alle spalle perché hanno già svolto la loro funzione e perché c’è un altro mondo che ci attende: quello, appunto, del Silenzio. Se tale processo di distacco dal “già conosciuto” non avvenisse grazie allo spostamento dell’attenzione da un piano di vita all’altro nella direzione di una sempre maggiore profondità, esso avverrebbe comunque per esaurimento spontaneo se non addirittura per logoramento: è proprio quando si è detto e ascoltato molto, quando si è ormai pensato e fatto quasi tutto, che gli oggetti di attenzione usuali lasciano il posto ad uno spazio silenzioso, da cui potranno emergere i nuovi suoni della nostra vita, più veri e più vicini alla nostra componente autentica ed essenziale, proprio perché saranno nati dal Silenzio.
Nel Silenzio la voce del Maestro
L’Agni Yoga ci invita al silenzio di gruppo quale sorgente di visione e di ispirazione: sederci insieme e imparare a stare nel silenzio. Ma, affinché questa pratica di gruppo sia veritiera ed efficace, come preliminare è consigliabile aver lasciato andare il più possibile i rumori di fondo delle opinioni contrastanti, delle interpretazioni e dei pregiudizi. Si tratta, per lo meno per un certo tempo, di spostare lo sguardo altrove, lasciando che tutto sia così come è. Allora il Silenzio permetterà alla Bellezza di manifestarsi nelle opere e ci aiuterà a riconoscere la Voce del Maestro.
Marina Bernardi