Spesso le aziende agricole devono fare i conti con una gestione onerosa e uno scarso rendimento delle piante. Le cause sono molteplici (…)
Da anni in tutta l’Italia assistiamo ad un lento ma costante abbandono di molti oliveti storici. Spesso il loro recupero non è preso in considerazione per la scarsa economicità. Situati in collina, in zone marginali, su pendii o terrazzamenti, non sono gestibili con meccanizzazione e quindi vengono ritenuti non redditizi per grosse aziende. Nonostante che gran parte dell’olio italiano venga prodotto in collina e da medie o piccole aziende agricole, molti vedono il futuro dell’olivicoltura italiana in olivete sul modello di quelle spagnole, ultra meccanizzate, in monocoltura estensiva che produce territori banalizzati e ambientalmente degradati.
Spesso le aziende agricole devono fare i conti con una gestione onerosa e uno scarso rendimento delle piante. Le cause sono molteplici, stanchezza dei suoli e quindi rese basse o produzioni scarse e discontinue, aumento della suscettibilità alle malattie che insieme ad alti costi per potatura e input esterni, come fertilizzanti e trattamenti, non fanno quadrare i conti.
Lavorare per un veloce recupero della fertilità dei suoli e quindi per aumentare rese, attraverso il recupero delle risorse disponibili in azienda, corrette pratiche agronomiche, potature adeguate, sostenibili per i costi e rispettose delle piante, sono gli obbiettivi da percorrere, anche per salvare un patrimonio di biodiversità (ci sono moltissime cultivar locali nelle antiche olivete).
Quando i nostri agricoltori bruciano le potature degli olivi, finisce in aria un enorme capitale di fertilità oltre a danneggiare la salute di chi lavora e vive sul posto e l’ambiente.
Utilizzare gli scarti delle potature e la sansa dalla spremitura delle olive per preparare in azienda ricchissimi compost con procedimenti semplici crea un fertilizzante naturale che apporta al terreno sostanza organica e tanti minerali. Con una spesa minima e un minimo di ri-organizzazione in azienda si riesce ad aumentare velocemente la fertilità dei suoli, quindi la qualità e quantità del prodotto. Una potatura rispettosa della fisiologia e della struttura della pianta che la mantenga in salute e quindi determini minor necessità di trattamenti, insieme ad una pianificazione dei tempi e modi di potatura, è un ulteriore pratica per ridurre sul medio periodo i tempi di lavorazione e quindi per rendere più sostenibile il recupero di antiche olivete.
Parleremo di tutto questo durante il corso che si svolgerà prevalentemente in campo e prevede un’osservazione degli olivi per individuare la memoria storica delle potature fatte sugli alberi abbandonati oltre ad informazioni botaniche e fisionomiche sulla pianta “olivo”, sulle forme di allevamento nella storia e oggi più diffuse. Aspetti economici e produttivi legati alla gestione rigenerativa del suolo e la scelta della forma di allevamento saranno discussi insieme. Ogni partecipante avrà la possibilità di riformare un olivo sotto la guida di un esperto potatore.
Obiettivo fondamentale del corso è proporre un approccio diverso alla coltivazione dell’olivo, che parta dalla consapevolezza delle esigenze e dei caratteri di questo essere vivente per ritrovare una sintonia positiva con una pianta meravigliosa che da millenni accompagna la storia dell’umanità.
AOR Toscana
Giuseppe Pandolfi
Ha conseguito il titolo di “Tecnico progettista parchi e giardini” nel 1992 dalla Scuola di Architettura del Giardino e del Paesaggio di Villa Montalto, si è poi laureato nel 1995 alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa con tesi sulla nascita del giardino paesaggistico. Ha lavorato come libero professionista dal 1992, ed è stato socio ordinario AIAPP dal 1996 al 2010 con n° 413; Membro della Commissione Urbanistica del Comune di Scandicci dal 1996 al 2004 (quale esperto in problematiche del paesaggio ed ambientali), membro del Comitato Scientifico Regionale di Legambiente Toscana dal 1997. Dal 1993, come collaboratore di società di ingegneria ambientale o consulente di studi di architettura ha lavorato alla progettazione di interventi di ingegneria naturalistica, di fitodepurazione o di mitigazione d’impatto ambientale.È stato principalmente impegnato in progetti di architettura del paesaggio, ed in realizzazione di parchi, giardini o aree verdi attrezzate.Dal 1997 al 2006 è stato continuativamente consulente del Comune di Jesi sulla progettazione delle aree verdi comunali. Dal 1992 ha tenuto corsi e lezioni rivolti ad adulti e professionisti del settore del verde. Dal 1997 ha lavorato al podere di proprietà familiare e dal 2009 ha scelto di essere un felice contadino, diventando coltivatore diretto; ha sempre gestito i propri terreni nel rispetto della natura e senza prodotti di sintesi, passando dal 2013 anche alla certificazione biologica dell’intera azienda. Nell’ambito della attività in azienda si è dedicato particolarmente al recupero di diverse olivete abbandonate o dismesse gestite in comodato, affitto o acquisite in proprietà.
Gruppo AOR Toscana
Il gruppo Aor Toscana nasce nel 2016 per sostenere la creazione di collaborazioni e scambi tra gli agricoltori toscani che lavorano già con un approccio di Agricoltura organica e rigenerativa. Insieme Deafal ONG promuoviamo percorsi di formazione in Toscana.
Offriamo una formazione permanente in AOR, dove organizziamo corsi di approfondimento sulla rigenerazione del suolo, la gestione efficiente della risorsa acqua, orticoltura rigenerativa, sistemi agro-forestali e allevamento rigenerativo.
I corsi sono rivolti ad agricoltori, tecnici e appassionati di agricoltura e progettazione.
Oltre a ospitare i corsi a Tertulia farm nel Mugello, cerchiamo a proporre i percorsi formativi presso aziende agricole che vogliono apprendere e sperimentare tecniche di AOR.
Alcuni moduli di formazione, di gran importanza, come quello sulla gestione corretta delle risorse suolo e acqua vengono ripetuti tutti gli anni con focus sempre diversi.
Siamo inoltre impegnati nell’educazione alla cittadinanza mondiale e ambientale nelle scuole in Toscana. Cerchiamo di trasmettere in questi percorsi l’importanza del cambio di stile di vita di tutti per riuscire a ottenere un ambiente più sano e un’agricoltura più rispettosa.