La buona volontà è l’espressione più elementare del vero amore ed è quella più facilmente compresa. L’uso della buona volontà per risolvere i problemi che l’umanità deve affrontare fa sì che l’intelligenza operi lungo linee costruttive. Ove la buona volontà è presente le barriere di separazione e di incomprensione cadono.

(…) Ora stanno divenendo sempre più evidenti la necessità e l’urgenza di un’azione intensa e concorde da parte di tutti i volonterosi per cercare di stornare i gravi pericoli che minacciano l’esistenza stessa dell’umanità e per appoggiare attivamente i grandi tentativi che vengono fatti per porre le basi di una nuova civiltà, mediante un rinnovamento profondo degli uomini di tutte le forme di vita associata. Perciò mi sono sentito spinto a rivolgere un appello ad unirsi sempre più alle Forze di bene e di ricostruzione già operanti nei mondo, che sono molto più numerose e potenti di quanto si sappia generalmente, e a proporre un programma d’azione. Esso è semplice e insieme sì vario e vasto, che ognuno può in qualche modo e in qualche misura partecipare alla sua attuazione.

Esso mi è stato suggerito dalla lettura di alcuni capitoli di un libro nel quale sono esaminati con visione ampia e universale i più importanti problemi che travagliano ora l’umanità.[1]

Dal quinto capitolo ho estratto e tradotto, con qualche adattamento e abbreviazione, i seguenti brani, che costituiscono un forte APPELLO AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ.

“L’attuale situazione del mondo offre una mirabile opportunità di bene per il fatto che per la prima volta, e su scala planetaria, gli uomini sono consapevoli dei mali che devono venir eliminati. Ovunque si discute e si fanno progetti; ovunque vi sono riunioni di assemblee, di consigli e di comitati; vi sono adunanze e convegni che vanno dalla grande assemblea della Organizzazione delle Nazioni Unite giù giù fino alle piccole riunioni tenute in remoti villaggi.

“La situazione attuale ha questo di buono: che quello che è necessario su scala mondiale può essere offerto e venir applicato praticamente anche nelle comunità umane più piccole. I problemi e i dissensi esistenti nelle famiglie, nei paesi, nelle città, nelle nazioni, nelle chiese, fra le razze e fra i popoli, possono venir tutti risolti ed eliminati nello stesso modo: stabilendo giusti rapporti umani. La tecnica o modo per attuare questi rapporti è in ogni caso il medesimo: l’uso dello spirito di buona volontà.

“La buona volontà è l’espressione più elementare del vero amore ed è quella più facilmente compresa. L’uso della buona volontà per risolvere i problemi che l’umanità deve affrontare fa sì che l’intelligenza operi lungo linee costruttive. Ove la buona volontà è presente le barriere di separazione e di incomprensione cadono. È opportuno – almeno temporaneamente – evitare di parlare dell’amore e del suo uso per risolvere i problemi, e attenersi invece a un livello più accessibile e pratico: quello della buona volontà. La parola “amore” non è accolta, e suscita quasi derisione negli scettici, in coloro che sono induriti e delusi. Invece tutti possono comprendere e riconoscere che la buona volontà è una forza armonizzatrice.

“L’amore e la comprensione potranno più tardi seguire l’espressione pratica della buona volontà in ogni tipo di rapporto umano. L’espressione del vero amore nella vita del nostro pianeta può essere lontana, ma la buona volontà è una possibilità attuale e il suo uso è una necessità impellente.

“Ciò che più occorre è una campagna svolta immediatamente dagli uomini di buona volontà in tutto il mondo, con lo scopo di spiegare il significato della buona volontà; di far risaltare il carattere pratico della sua manifestazione; di riunire in un gruppo mondiale attivo ed efficiente tutti gli uomini e le donne di buona volontà.

“Ciò, non per creare una super-organizzazione, ma per convincere i disgraziati, i sofferenti, i conculcati, della grandezza dell’aiuto intelligente che è pronto per assisterli. Il movimento della buona volontà deve mostrare la sua capacità di dare appoggio e forza a tutti coloro che stanno lavorando e lottando per instaurare giusti rapporti umani; deve mettere a loro disposizione la potenza di una pubblica opinione attiva, educata dagli uomini di buona volontà. Così si potranno formare in ogni nazione, in ogni città, in ogni villaggio, gruppi di uomini di buona volontà dotati di una comprensione esercitata, di buon senso pratico, che siano al corrente dei problemi mondiali.

“L’opera degli uomini di buona volontà è di carattere educativo. Essi non possiedono e non offrono soluzioni miracolose ai problemi mondiali, ma SANNO che uno spirito di buona volontà, soprattutto se unito ad una giusta conoscenza dei fatti, può produrre un’atmosfera e un atteggiamento che renderanno possibile risolvere quei problemi. Quando degli uomini si riuniscono con buona volontà, qualunque sia il loro partito politico, la loro nazionalità, la loro religione, non vi è problema che non possa prima o poi venir risolto – e risolto con soddisfazione delle varie parti in causa.

Il compito principale degli uomini di buona volontà non è presentare soluzioni bell’e fatte, bensì creare quell’atmosfera ed evocare quell’atteggiamento. Tale spirito di buona volontà può essere presente anche quando vi sia all’inizio un dissenso di fondo fra le parti in causa.

“Non vi è ragione di credere che lo sviluppo della buona volontà debba essere lento e graduale. Potrà avvenire il contrario se gli uomini e le donne che sentono ora in sé una genuina buona volontà e che sono liberi da preconcetti si cercheranno gli uni gli altri e lavoreranno insieme alla diffusione della buona volontà. Le persone che sono dominate da preconcetti, i fanatici nel campo religioso, i nazionalisti ostinati trovano grande difficoltà nello sviluppare in loro stessi la buona volontà, ma possono farlo se hanno abbastanza a cuore il bene dei loro fratelli e se sono disposti a lasciarli liberi. Per farlo dovranno cercare i punti oscuri nelle proprie menti, ove esistono barriere separative, e abbatterle. Essi dovranno sviluppare deliberatamente la buona volontà (non la tolleranza) verso coloro contro i quali hanno dei preconcetti, verso le persone di religione diversa, verso la nazione e la razza per la quale sentono antagonismo o che guardano dall’alto in basso.

“La buona volontà è molto più diffusa nel mondo di quanto si pensi; occorre scoprirla, educarla e renderla efficiente. Gli uomini di buona volontà prendono una posizione intermedia fra i vari gruppi opposti, allo scopo di creare una condizione in cui discussioni e mutue concessioni e compromessi possono facilmente attuarsi. Essi seguono costantemente il ‘‘nobile sentiero di mezzo”, indicato dal Buddha, che passa fra le paia di opposti e procede dritto fino allo stesso cuore di Dio; essi percorrono la “via stretta” dell’amore di cui parla il Cristo. Essi dimostrano di percorrerla esprimendo il solo aspetto dell’amore che l’umanità nel suo insieme possa attualmente comprendere: la BUONA VOLONTÀ.

“L’Era Cristiana venne instaurata da una piccola schiera di uomini: i dodici apostoli, i settanta discepoli, i cinquecento che riconobbero il messaggio del Cristo. La Nuova Era viene adesso instaurata dalle centinaia di migliaia di uomini di buona volontà che sono attivi nel mondo e che possono diventarlo ancora di più se saranno riconosciuti, riuniti e organizzati”.

[1] Alice Bailey, The Problems of Humanity, New York, Lucis Publ. Co.

Fonte:

Questo articolo è tratto da un testo scritto da Roberto Assagioli