Nella nostra esistenza abbiamo continuamente crisi e conflitti, specialmente dentro di noi e in risposta a circostanze sia interne che esterne. Ci sentiamo a disagio, a volte ci sentiamo feriti…
Cosa è un conflitto?
Come minimo, due punti di vista diversi su uno stesso tema. All’estremo, una guerra. Sempre due o più posizioni diverse, a volte opposte, che si contrappongono; ognuna con la sua ragione d’essere.
Ogni conflitto crea una crisi, ma cosa è una crisi?
Nell’uso comune “crisi” significa il peggioramento di una situazione ed esprime negatività. Ma se riflettiamo sull’etimologia della parola (dal greco krino=separare), possiamo coglierne anche una valenza positiva, in quanto un momento di crisi cioè di riflessione, di valutazione, di discernimento, può diventare una grande opportunità per migliorare, rinascere, rifiorire…
E come possiamo risolvere un conflitto?
Con il dialogo, perché nel dialogo si può cercare di arrivare ad una soluzione armonica, intendendo per armonia quella qualità psichica che scaturisce dalla “giusta relazione”, dall’equilibrio di più parti, dall’accordo.
Nella nostra esistenza abbiamo continuamente crisi e conflitti, specialmente dentro di noi e in risposta a circostanze sia interne che esterne. Ci sentiamo a disagio, a volte ci sentiamo feriti.
Proviamo emozioni, siamo strattonati da almeno due pensieri diversi, non sappiamo cosa scegliere.
La soluzione più classica è rappresentata dal compromesso e consiste nella “neutralizzazione” dei due poli attraverso la collocazione su una via di mezzo, allo stesso livello.
Un’altra via, meno utilizzata ma più progressiva, implica il posizionamento volontario ad un livello superiore rispetto ai due poli in conflitto. Questa seconda possibilità può dar luogo a sua volta a due soluzioni diverse una di regolazione e l’altra di sintesi.
Con la regolazione si fa un uso intelligente degli opposti, per ottenere gli effetti desiderati. Il buon uso di questo metodo presuppone rettitudine e purezza d’intenti.
La sintesi, invece, come una combinazione chimica riassorbe i due elementi in una unità superiore che ha qualità diverse da ciascuno di essi.
Come possiamo attivare questo processo?
Il primo passo è rientrare in se stessi, ritrovare il proprio centro, il punto essenziale che ci connota profondamente. Solo da lì, prendendo le giuste distanze da emozioni e circostanze, possiamo valutare veramente le due polarità e scegliere la soluzione giusta per noi.
Possiamo accelerare questo processo di crescita personale facendolo in gruppo. Qui ci sentiamo accolti e al sicuro, ogni componente è uno specchio per le nostre problematiche. Ci sentiamo meno soli, ci rendiamo conto che i nostri problemi non sono dissimili da quelli degli altri.
Si avvia così un percorso di chiarificazione e di guarigione che ci porterà alla integrazione di quelle parti di noi che sono separate.
Trattasi di un processo virtuoso che, per gradi sempre crescenti, concorrerà al consolidamento di quell’unicum che è la nostra personalità.
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Per approfondire
puoi leggere:
Equilibramento e sintesi degli opposti (Roberto Assagioli)
Il conflitto come scala di crescita (Vittorio Viglienghi)
puoi fare:
Percorso psicodinamico
Dal conflitto all’armonia