Ci stiamo adattando a mangiare, fare sesso, guardare la TV e comunicare via internet, così non ci contagiamo. Magari con 7 metri quadri per ogni essere umano, come è stato teorizzato essere il minimo necessario. È questo il passaggio dall’Era dei Pesci all’Era dell’Acquario, dal Kali Yuga al Satya Yuga?

Sergio Bartoli, fondatore della Comunità, disse una volta: ”Quando l’Eros sonnecchia, il Logos dorme.” Questa frase evoca il significato attribuito a questi due opposti da Roberto Assagioli, che ovviamente Sergio, in quanto suo allievo, conosceva bene. Eros è “vita palpitante, fiamma travolgente, forza propulsiva, calore, fuoco.” Invece Logos è “legge, disciplina, ordine, armonia, intelligenza e ragione.” Sono quindi due opposti, tra cui è necessario fare una sintesi feconda.

Si può spingere questa bipolarità fino a dire che Eros corrisponde al Caos primordiale, in cui l’energia iniziale era potentissima ma caotica e comportava, a livello planetario, cataclismi e sconvolgimenti di varia natura; quando il pianeta era popolato da vulcani in continua attività e le forme di vita erano primitive. A mano a mano, il processo evolutivo ha portato a un ordine progressivo, rendendo possibile la vita a innumerevoli specie animali e all’essere umano. Il matematico Fantappié, in accordo con Assagioli, ha descritto questo processo in altri termini: da disordine ed entropia a un graduale tendere verso l’ordine e la sintropia. E’ verosimile che questo processo riguarda tutto l’Universo.

C’è un’altra analogia che include il rapporto tra Eros e Logos, descritta nella Psicologia esoterica: l’armonia attraverso il conflitto, che caratterizza il Quarto Raggio, una delle Grandi Entità celesti che, nel caso del pianeta Terra, è collegata col Logos Planetario. È evidente che Colui che il Cristo ha chiamato Padre, coincida con gli aspetti che Assagioli ha descritto come caratteristici del Logos in generale. Ma il Logos planetario non ha eliminato o antagonizzato l’Eros, con cui si è invece “alleato”, per dare dinamismo all’evoluzione.

La sintesi finale tra i due poli li include entrambi: non esiste l’uno separato dall’altro. L’ordine deve essere dinamico, creativo, pieno di energia. E quest’ultima deve perdere la sua caoticità, il suo agitarsi distruttivo. Ci sono periodi storici in cui prevale l’Eros come potente scontro energetico, come ad esempio nelle due ultime guerre mondiali. E periodi in cui prevale il Logos, come ad esempio l’epoca aurea di Pericle o il Rinascimento di Lorenzo il Magnifico o il regno di Akbar il Grande. E ci sono periodi di stallo, in cui l’energia ristagna e l’ordine sembra agonizzare nella forma.

Oggi, nel 2021, siamo in uno di questi periodi di ristagno, in cui la bipolarità Eros-Logos appare esaurirsi in uni polarità. Tutta l’umanità più avanzata dal punto di vista sociale è paralizzata dalla paura della malattia e della morte, confinata e auto confinata nelle proprie case, tranne i cosiddetti lavori e servizi essenziali. L’Eros sembra spento, i piaceri della vita sono ridotti al cibo e al sesso, a guardare la TV e a comunicare via internet. Il Logos sembra riassumersi nel progresso tecnologico e, al suo vertice, il progetto di un ordine planetario trapela nel Grande Reset, teorizzato dai poteri economici rappresentati nel World Economic Forum e dai grandi magnati che ne sono la “anima”.

Questo nuovo ordine, il nuovo Logos che viene, più o meno apertamente presentato all’umanità, prevede l’eliminazione di una serie di attività lavorative considerate inutili o superate, come ad esempio tutti i lavori artigianali delle piccole imprese, tutto il settore della cultura e dello spettacolo e tutto il grande settore del turismo: le attività in cui tradizionalmente eccelle l’Italia, culla dell’umanesimo e delle scienze umane. Queste attività sono considerate, nei centri del potere, come inutili e origine di complicazioni sociali, perché meno controllabili e governabili. All’opposto, sono incentivate le grandi multinazionali, tutti i settori tecnologici e le competenze nell’ambito dell’informatica; in altre parole, tutto ciò che serve ad accentrare il potere, a eliminare l’individualità e la diversità, a ridurre l’umanità come un grande esercito agli ordini di pochi potenti comandanti. E l’umanità, atterrita dallo spauracchio dell’epidemia, della malattia e della morte, tace. Tranne i disperati tentativi dei migranti di raggiungere una migliore condizione di vita, tranne qualche limitata ribellione facilmente repressa, tranne gli inani movimenti ecologisti, i cui propositi sono manipolati e riassorbiti nei vanificanti programmi degli stati, l’umanità tace.

L’Eros è ridotto ai minimi termini. Ci stiamo adattando a mangiare, fare sesso, guardare la TV e comunicare via internet, così non ci contagiamo. Magari con 7 metri quadri per ogni essere umano, come è stato teorizzato essere il minimo necessario. È questo il passaggio dall’Era dei Pesci all’Era dell’Acquario, dal Kali Yuga al Satya Yuga?

Probabilmente abbiamo come umanità un grosso karma da pagare per potere procedere nell’evoluzione. Il karma principale è di non avere accettato per millenni la diversità, di averla combattuta, seminando milioni di morti in guerre, genocidi e stragi. Di non avere accolto la diversità delle culture, delle religioni, delle qualità insite nei vari popoli della Terra. Di avere soffocato e umiliato la diversità di sesso, coltivando la subalternità femminile e l’omofobia. Di avere privato della libertà uomini e donne che combattevano per i diritti civili. Tutto questo si riassume in tre parole: intolleranza della diversità. Abbiamo un grosso karma sulle nostre spalle come umanità.

Roberto Assagioli ha enunciato con parole semplici una delle leggi spirituali a mio avviso più importanti: il Principio di Unanimità, che si riassume nell’affermazione “unità nella diversità, diversità nell’unità”. Questo Pricipio da un lato evidenzia l’importanza e la bellezza della diversità, che rappresenta la ricchezza della storia, cultura e civiltà dei popoli, ciascuno dei quali ha modellato una sua via per contribuire all’evoluzione umana. La Vetta del conseguimento è una, ma le vie per ascendere la montagna sono innumerevoli. Quell’unica Vetta coincide con l’Un-animità, cioè con un’unica anima, che è quella dell’unico destino del gruppo umano. Se si riesce a essere uniti sulla Vetta, si può mantenere la bellezza della diversità dei sentieri che ascendono la montagna. Assagioli ha ribadito il valore spirituale ed evolutivo del Principio di Unanimità anche nello scritto sulla Psicosintesi delle Nazioni.

Il passaggio che stiamo attraversando oggi è quello dell’uniformità. Ridurre o azzerare la diversità prima che l’umanità abbia raggiunto la maturità della vera Unanimità, significa in realtà uniformare. Prima è stato il comunismo sovietico, ora mantenuto in vita in qualche modo in Cina, ma l’elemento uniformante principale è ora il capitalismo neo-liberistico che, paradossalmente, sta trascinando l’umanità in una situazione simile a quella del comunismo, con due fondamentali differenze: che il comunismo sovietico è nato in un mondo bipolare URSS-paesi occidentali, mentre oggi il mondo è unipolare; secondo, che al vertice di questo neo-comunismo ci sono i grandi poteri economici delle banche e delle multinazionali.

Il neo-comunismo è retto dalla tecnocrazia, ossia dalla tecnologia che è il vero strumento di potere in mano alle banche e alle multinazionali. Le attività professionali tecnologiche sono quelle favorite in tutti i campi, perché favoriscono il controllo centralizzato. Il che avrebbe certamente degli aspetti positivi, se non fosse utilizzato per fare piazza pulita delle attività che maggiormente esaltano l’animo umano: la poesia, l’arte, la musica, la cultura. Ancora più angosciante è ridurre ai minimi termini le attività lavorative, in cui gli esseri umani possono essere sostituiti dalle macchine. La prospettiva è che buona parte dell’umanità sia ridotta a una massa di pensionati, con un reddito statale di sussistenza. Sembra ignorata la necessità del lavoro come strumento fondamentale dell’evoluzione psico-spirituale, principio sancito tra l’altro dalla Costituzione italiana. Questo perché le macchine sbagliano di meno, non costano nulla in termini di assistenza sanitaria, non vanno in ferie. La tecnologia non deve essere osteggiata, ma messa costantemente al servizio dei bisogni e aspirazioni dell’uomo.

È questo Nuovo Umanesimo il vero obiettivo del futuro dell’umanità. Gli esseri umani si incarnano perché hanno un compito, quello della loro anima. Purtroppo anche le religioni sono latitanti sotto questo aspetto: parlano di anima, di vita oltre la vita, ma quest’ultima è presentata come una meta distante in un “cielo” che appare come possibile ai santi, perché prima ci sono l’Inferno e il Purgatorio, e nel migliore dei casi come un luogo di riposo eterno. Invece di instillare il pensiero che quel cielo è molto più prossimo, molto più accessibile, e non è un luogo di riposo, ma un luogo in cui si continua a lavorare, uniti nel progresso evolutivo dell’umanità. La falsità e l’irraggiungibilità del cielo presentato sono accresciute da un aumentato materialismo, legato al potere e al denaro, purtroppo presente anche tra i rappresentanti delle religioni. E l’Inferno e il Purgatorio sono innanzi tutto qui, sulla Terra.

È tempo di reagire a questa situazione, che può condizionare pesantemente il futuro dell’umanità e del Pianeta.

Se non si risveglia un Eros dinamico e creativo, che non sia distruttivo, ma spinga con energia verso l’ordine insito nel Piano del Logos planetario, c’è il rischio che si risvegli un Eros più vicino al Caos primordiale, e sarà il Pianeta a manifestarlo. Risuonano le parole dell’Agni Yoga: “Lasciate all’Universo il compito di distruggere, voi pensate a costruire.” E l’Universo potrebbe percepire la necessità di distruggere, ascoltando il perdurare del silenzio umano. Per costruire ci vuole la collaborazione tra Eros e Logos. Se l’Eros sonnecchia, il Logos dorme.

Giuseppe Campanella