Il volontariato è lo strumento sociale che permette di scoprire l’esistenza di un nuovo valore da immettere nella vita, il migliore in senso assoluto: la scoperta del Bene comune.

L’esistenza di una bipolarità all’interno dell’uomo ci fa intuire la differenza tra due termini oggi molto usati: volontariato e servizio.

Quando la polarità dominante di una coscienza è la vita della personalità, legata a una visione sociologica del mondo, è evidente che si tratta di volontariato, cioè della scelta volontaria e gratuita di andare incontro ai problemi dell’umanità con spirito altruistico e buona volontà. Attualmente è un impegno che si sta diffondendo a macchia d’olio, specialmente tra i giovani, e rappresenta senz’altro un fenomeno di “conversione”, a cui aderisce un numero sempre più ampio di persone. Può anche essere considerato un buon allenamento per la personalità, propedeutico a un successivo impegno nel servizio, quando la polarità della coscienza si orienti prevalentemente sulla visione dell’anima. Anche in questo caso, inizialmente, il servizio sarà sempre parziale, forse discontinuo, collegato o più spesso subordinato ai vari compiti che la personalità sociale svolge nel mondo. E quel periodo, più o meno lungo, in cui l’uomo sente in maniera reiterata, ma insopprimibile, la vocazione al servizio: è, infatti, l’anima che chiama! Ma è anche il periodo in cui la personalità reclama, a sua volta, i suoi diritti, mostrando i vari impegni e responsabilità, in altre parole tutti i doveri a cui si sente vincolata.

In questa oscillazione, che può durare anche tutta la vita e oltre, si combatte talvolta una battaglia tra quello che la psicologia esoterica chiama 1″‘Angelo Solare”, cioè l’anima, e il “Guardiano della Soglia”. Quest’ultima entità simbolica rappresenta l’accumulo delle esperienze e dei condizionamenti passati, a cui la personalità non è ancora in grado di rinunciare; ciò scatena una profonda lotta nella coscienza tra forze antagoniste, prima di trovare un compromesso che renda possibile, almeno transitoriamente, “l’arte di Arlecchino”, cioè quella di servire due padroni.

Successivamente, la coscienza dell’aspirante, maturata con l’esperienza, si stabilizzerà in via privilegiata sull’anima, e da qui spingerà la personalità al vero servizio, legandola in via definitiva al Piano progettato dalla Gerarchia spirituale per adempiere al Proposito divino.

Possiamo, perciò, affermare che il volontariato riguarda l’impegno della personalità di chi, con moto altruistico, si dedica ad alleviare, nei vari campi sociali, il disagio e la sofferenza della col­lettività, sia a livello fisico che psichico.

E un impegno del tutto auspicabile e da incentivare, specialmente tra le nuove generazioni, per allargare l’attuale visione egocentrata e spesso anche egoistica. Si tratta di far cadere, come sostiene la psicologia esoterica, una delle maggiori illusioni attuali, quella che è stata definita l’ “eresia della separatività”, che condiziona pesantemente l’umanità.

Il volontariato è lo strumento sociale che permette di scoprire l’esistenza di un nuovo valore da immettere nella vita, il migliore in senso assoluto: la scoperta del Bene comune, cioè un bene che non esclude nessuno e che, una volta accettato, giova a tutti e a tutto il Pianeta. È la scoperta del vero senso di umanità, cioè dell’appartenenza a un’unica struttura energetica, che la differenziazione momentanea in forme molteplici e distinte rende apparentemente divisa.

 

Tratto da:

Il Servizio
La via maestra per la realizzazione spirituale
ed. Comunità di Etica Vivente
pp. 10-12.