Fa che i tuoi amici siano gli uomini migliori.

 

In una tiepida serata di fine giugno, Hermes e gli amici della comunità si erano riuniti per celebrare insieme, in occasione del solstizio, l’arrivo ufficiale dell’estate.

Il raggrupparsi delle stelle a formare simbolici splendenti arabeschi nel cielo aveva portato la discussione del gruppo sul tema dell’amicizia.
Un’osservazione di Giulietta che si chiedeva perché con il crescere della coscienza il numero degli amici di norma diminuisce aveva aperto una serie di interrogativi e di perplessità a cui i partecipanti si stavano appassionando.
Guglielmo precisò: “Vogliamo, innanzitutto, definire quello che intendiamo per amicizia ascoltando il parere di tutti?”
Camillo: “È una forma di cooperazione esistenziale che nasce spontanea, anche se ha bisogno di un certo tempo per esprimersi al meglio.”
Cesare deciso: “Per me invece è una disciplina della coscienza che si basa sull’armonia volontaria di due o più esseri umani.”
Giulietta con enfasi: “È una unione profonda, che trova la sua matrice in una totale fiducia reciproca.”
Maria convinta: “È il frutto prezioso della rinuncia ad una parte di sé stessi, presente in ogni vera ispirazione e in ogni slancio di entusiasmo.”
Marta con fermezza: “È una conquista che richiede impegno di tempo e di energia.”
Leonardo ispirato: “L’amicizia è l’espressione del potere della consonanza, che integra ciò che è diverso in una vibrazione superiore.”

Hermes fino ad allora aveva taciuto, ascoltando con interesse le proposte dei presenti. Stava vivendo una esperienza di autentica amicizia: rifletteva sul detto cinese “l’amicizia sta nel silenzio” e nel silenzio sperimentava quella comprensione superiore, dove il pensiero sostituisce le parole e la comunicazione mentale diventa strumento privilegiato della natura umana. Era arrivato alla conclusione che l’amicizia si crea unificando le menti, perché solo così l’energia torna, in una grandiosa progressione, alla sua origine divina.

Fu su questa riflessione che la voce di Guglielmo colpì il suo orecchio: “E tu Hermes che ci dici sull’amicizia?”

A questa domanda tutta l’attenzione del gruppo si spostò su Hermes, l’amico maestro, che prese a dire: “L’amicizia è la pietra miliare su cui costruiremo la fratellanza spirituale del pianeta, obiettivo ultimo della nostra missione terrena. Il concetto di fratellanza finora è stato impoverito legandolo alla consanguineità, ma presto la nostra immaginazione dovrà andare oltre i vincoli di sangue, per scoprire quelli dello spirito: di questa unione l’amicizia è pegno e simbolo. L’amicizia è buona volontà in azione e facilita qualsiasi rapporto e iniziativa, così come il cattivo volere blocca e ostacola ogni tentativo; non deve essere pertanto considerata una astrazione, ma una realtà operante a disposizione dell’umanità, un atteggiamento mentale accessibile a chi vi aspira. È costruita soprattutto sull’equilibrio e trova il suo più grande ostacolo nell’ipocrisia: per costruirla è necessario evitare discussioni e irritazione e nutrirla, invece, di pazienza e di vigilanza. Per creare amicizia bisogna, prima di tutto, accordare il proprio strumento per essere in grado di armonizzarlo con quello degli altri: l’amicizia infatti, l’arte di costruire mutui rapporti umani, non può essere imposta, perché vive solo per libero consenso. Non può mai basarsi sulla falsità o sui calcoli del momento, perché si dissolverebbe rapidamente, quando invece sua qualità fondamentale è la stabilità: per questo è improponibile a chi è incoerente. Ha bisogno di ritmo, perché è il ritmo che esprime la qualità di un impegno, e andrebbe proposta cc): me una vera e propria scuola di vita: per alcuni versi è simile alla cooperazione, ma mentre questa si esprime prevalentemente nella attività esterna, l’amicizia opera nel profondo della coscienza. I collaboratori, infatti, possono essere diversi come sviluppo interiore, mentre gli amici si riconoscono tra di loro proprio per delle assonanze intime e, pur non essendo necessariamente impegnati nello stesso compito, restano profondamente uniti; si ritrovano liberamente e il loro rapporto non prevede né obblighi né gravami particolari, perché l’amicizia deve essere riconosciuta come una necessità della natura umana. La cooperazione può essere perciò considerata come una fase preparatoria all’amicizia.”

Guglielmo lo interruppe: “Puoi precisarci meglio cosa avviene nel legame chiamato amicizia?”

Hermes: “È una relazione che andrebbe studiata più attentamente per gli scambi superiori che procura agli uomini tra di loro. Può essere considerata una qualità transpersonale, che attira le coscienze più pronte, almeno nell’accezione in cui la stiamo proponendo: nasce dal sentimento reso altruistico, ma ha riflessi anche fisici e soprattutto coinvolge lo spirito passando da cuore. È una relazione magnetica che favorisce lo scambio dell’energia psichica, rafforzando le aure reciproci’ di chi l’esprime; e questo sembrerebbe strano, perché in fondo non richiede un impegno particolarmente gravose basta la cura premurosa dell’uno verso l’altro. Infatti il compendio di attenzione, compassione e amore.”

Giulietta intervenne: “In rapporto è con l’amore?”

Hermes: “In un rapporto diretto, perché l’amicizia genera autentica compassione, che il substrato del vero amore come questo, non conosce limiti; e d’altra parte è attraverso le forze dell’amore che l’amicizia attrae a sè gli altri. È una qualità alla portata di tutti gli uomini: bisogna solo fare attenzione che non si trasformi in dipendenza, debolezza, servilismo e ipocrisia. È un fuoco interiore acceso che non prevede oscillazioni deve essere accettato sociale: è semplicemente una strada per espandere la propria coscienza e perché sia una qualità evolutiva è necessario che sia genuina e aperta al mondo, all’umanità intera. È un sentimento che sgorga dal cuore, privo di falsità e oggi che gli uomini sono abituati ad ingannare perfino sé stessi, è del tutto fraintesa, fino a diventare talvolta la maschera del tradimento. L’amicizia non può essere usata per coprire stati d’animo negativi o per celare malizia, invidia e rivalità come avviene attualmente e solo ritornando ai valori umani, soffocati dal consumismo materialistico, scopriremo che essa è alla base della vita. In questo senso proprio la famiglia potrebbe diventare la scuola dell’amicizia, in cui gli uomini realizzano in coscienza la comunità, quale simbolo di cooperazione e amore altruistico.”

Marta interessata domandò: “Come si crea praticamente l’amicizia?”

Hermes: “La prima cosa da comprendere è che L’amicizia è un impegno di energia psichica, e pertanto dove c’è inerzia e paralisi è impossibile costruirla; è anche negata dal preconcetto dell’indifferenza, perché l’indolenza e l’apatia sono l’opposto delle qualità del fuoco di cui l’amicizia si nutre. Essa si basa su una compartecipazione alla vita piena e fraterna, in cui sono aboliti dubbi e sospetti.

Richiede attenzione e disponibilità per essere pronti ad aiutare: è infatti nelle difficoltà che spesso si diventa amici. È bene cogliere ogni occasione per dimostrarsi amichevoli, perché il fuoco del cuore deve essere alimentato con il combustibile migliore. L’amicizia vive principalmente nelle piccole vicende quotidiane, e non soltanto nelle grandi occasioni, e per questo richiede capacità d’osservazione e sensibilità superiore: il vero amico vede molto e sente vibrare in sé la compassione, cioè la capacità di intuire ciò che occorre all’anima più che al corpo dell’altro. È per questo che di questa qualità significa imparare a collegarsi con gli uomini secondo la loro coscienza. Per farla crescere bisogna poi abolire la critica e le maldicenze, che vanno sostituite con quotidiani pensieri benevoli reciproci, così come è necessario imparare a gioire del bene altrui, per radicarla nel nostro animo. Essere egoisti e pensare solo a sé stessi è infatti l’opposto dell’atteggiamento amichevole, che è invece quello di apprezzare quanto di buono gli altri ci offrono e più spesso di quanto non crediamo.”

Guglielmo disse: “Molte volte, anche quando la desideriamo, l’amicizia ci sfugge e incontriamo sulla nostra strada la solitudine. Che puoi dirci in proposito?”

Hermes: “Che non dobbiamo scoraggiarci se talvolta restiamo soli l’importante è mantenere focalizzata l’attenzione su questa qualità, e prima o poi questa nostra decisione ci procurerà nuovi incontri e nuove opportunità. È necessario, comunque, non scadere nel convincimento di non poter avere un atteggiamento amichevole perché le circostanze e gli altri ce lo impediscono: è proprio in certe situazioni che bisogna rafforzare dentro di noi le qualità a cui aspiriamo, altrimenti non avremmo il privilegio del libero arbitrio. Buona norma per creare amicizie è partecipare con gioia a imprese comuni: in questo senso l’egoista è incapace di avere amici. Anche la gratitudine, benefica qualità transpersonale, può essere considerata un ingrediente dell’amicizia, insieme alla fiducia che ne rappresenta il presupposto indispensabile. L’amicizia può nascere talvolta da una buona parola, se chi la riceve è convinto che migliorerà la propria vita e un seme di entusiasmo può far nascere, nell’attimo che l’accoglie, una nuova ispirazione: è così che una goccia di buona volontà si trasforma in bene operante. Molti parlano poco dell’amicizia, ma fanno molto in suo favore, mentre altri ne parlano in continuazione pur essendo sempre sul punto di tradirla. Questa qualità non è legata all’età, alla razza o all’umore del momento, ma si basa, lo ripeto, nel contatto realizzato dall’energia del cuore che, una volta armonizzata persistentemente con quella dell’altro, produrrà un legame duraturo tra i due: pertanto il vero strumento di discriminazione nello scegliere gli amici sta nel cuore. I pensieri che legano gli amici infatti nascono e sono accolti dal cuore: in questo modo lo spazio interindividuale viene saturato da reciproche vibrazioni mentali armoniche, che producono una sostanza psichica risanatrice, che giova anche all’intero psichismo collettivo. Questa sostanza la ritroviamo anche negli oggetti di uso comune che possono, quindi, esserci amici o nemici, secondo l’energia psichica di chi li ha prodotti: per questo è utile ricoprire con un velo di benevolenza quelli di cui ci circondiamo.

Guglielmo Insistendo: “La solitudine, in ogni caso, è un reale problema della società attuale…”

Hermes concluse con decisione: Bisogna allenarci a non dare troppa importanza ai vari momenti esistenziali della personalità, perché l’isolamento non esiste, almeno in relazione alla nostra coscienza e chi si estranea, per un atteggiamento reattivo e preconcetto, nuoce a sé stesso, gettandosi negli strati inferiori dell’inconscio collettivo.”

Camillo: “Indicaci i capisaldi fondamentali dell’amicizia.

Hermes: “Prima di tutto ricordiamoci che l’amicizia non può essere imposta, perché nasce soltanto dall’impersonalità e dall’accettazione reciproca di alcuni principi fondamentali che la sostengono e, prima di concederla, è bene accertarsi in che modo vengano intesi e utilizzati i sentimenti investiti: è da stolti, infatti, affidare cose preziose senza sapere l’uso che gli altri ne faranno. Consideriamo, quindi, che l’amicizia non si conserva nella trascuratezza, nel pericolo e tantomeno nel terrore, ma al contrario cresce nell’armonia e trova il suo elemento naturale nella gioia; non è mai violenta e aggressiva, ma come un giardino fiorisce solo nella bellezza e nell’altruismo. L’irritazione e il cattivo umore persistente ci alienano le simpatie degli amici e ci isolano dagli altri, così come la dissoluzione interiore e la depressione. Nell’amicizia sono inoltre da evitare maldicenza e derisione, perché sono erbacce che crescono rapidamente e bloccano le potenzialità di un rapporto, impregnando di negatività chi le esprime; così come sono da evitare gli stati d’animo ostili, perché, come i pensieri taciuti e non espressi, condizionano la nostra mente e ciò, alla lunga, incrina qualsiasi rapporto. È per questo che, all’inizio, è buona norma costruire l’amicizia nel pensiero, in modo da purificare lo spazio psichico circostante e quindi coltivare emozioni e sentimenti superiori verso gli altri, cominciando ad aver cura di quelli che riteniamo possibili amici. I veri amici, giova ricordarlo, si rispettano a vicenda, non si sospettano di azioni indegne, si comprendono in ogni circostanza e sono sempre pronti ad aiutarsi. L’amicizia evoca, in chi si cimenta a viverla, conoscenza e compassione, pazienza e coraggio, sviluppando in noi un profondo senso della giustizia e lealtà. È paradossale, ma talvolta non abbiamo alcuno strumento per aiutare un amico in difficoltà e allora ci accorgiamo che l’unico elemento che dà conforto è l’amicizia stessa, se è stata veramente realizzata. È infatti l’energia armonizzata il vero potere nascosto dell’amicizia e ridestarsi a questo senso armonico a livello interindividuale è paragonabile nell’uomo a un processo educativo delle facoltà musicali. La presenza di un amico è perciò simile a uno scudo invisibile, che ci protegge con la sua energia amorevole.”

Marta intervenne: “Mi fa proprio piacere sentire con quanto calore parli di questo sentimento, che spesso viene sottovalutato o banalizzato nella vita quotidiana…”

Hermes, quasi parlando a sé stesso: “Oggi sono tanto diffuse l’incomprensione e l’ostilità, che è quasi un dovere coltivare l’amicizia; è ora di abbandonare le recriminazioni reciproche, per cominciare a portare in manifestazione ciò che è indispensabile per la sopravvivenza e l’unione fraterna; è quanto di più urgente per salvare il nostro pianeta.”

Cesare: “Ma non tutti siamo pronti all’amicizia e alle sue regole.”

Hermes: “L’amicizia non ha regole precise, ma basta volerla e viverla con gioia per incontrarla; è tanto semplice che spesso la notiamo tra le persone più umili, che hanno il coraggio di vivere insieme nell’amore, nel lavoro e nella fratellanza. Più difficile trovarla negli intellettuali, dove le maschere sono sempre più numerose e vige l’abitudine di dissacrare i sentimenti superiori in nome di una presunta capacità critica che, in definitiva, non fa altro che sradicare í germogli sani di una coscienza, rendendola arida e distruttiva. E questo è strano, visto che per sua natura l’amicizia è, in fondo, una scuola di pensiero; infatti agli amici si pensa molto più spesso che agli altri e solo controllando con la volontà il pensiero si può crearla.

Essa, inoltre, educa anche i sentimenti, perché un pensiero di amicizia va colto in silenzio e con gratitudine, e stimola l’ispirazione reciproca con immagini di bellezza e d’amore. Un consiglio è quello, piuttosto, di cercare gli amici tra coloro che hanno il senso dei valori, perché la chiave del nostro progresso sta nel coltivare l’amicizia degli uomini migliori tra quelli che incontriamo: sarebbe infatti pericoloso accogliere nel cuore uomini indegni o semplici passanti. E se è vero che l’amicizia talvolta appare come predestinata, è anche vero che bisogna accogliere ogni occasione per esercitarla, sapendo che per prima cosa giova a chi la esprime; essa è una forza che vigila e che pertanto libera da ogni paura, portando alla luce una scelta chiara e spontanea della nostra coscienza. E noi sappiamo che una responsabilità colta di proposito è il grande movente dell’energia e sè per di più è il cuore a garantire l’impegno, come avviene nell’amicizia, questa energia si sublima e accresce il proprio potere. Possiamo affermare che l’amicizia è una prova di equilibrio in cui si apprende ad essere aperti e segreti nello stesso tempo, attenti a sé stessi e all’altro in egual misura, disciplinati in coscienza e pronti ad offrirsi alla cooperazione col mondo in ogni momento senza competizione o ricerca di superiorità, ma sempre protesi a proteggere chi ci è caro. È attraverso lo sviluppo di queste qualità che anche il più povero degli uomini può contribuire alla vita collettiva, scambiando l’energia migliore, quella del suo cuore, con gli altri, in una spontanea e perenne offerta d’amore. In questo senso nessuno è escluso dal dono dell’amicizia, anche se voglio lasciarvi con un suggerimento: quello di fare del vostro maestro interiore l’amico più intimo e più cercato.”

 

Sergio Bartoli
In: “Poggio del Fuoco” – Quaderno della Comunità di Psicosintesi di Città della Pieve
N. 8 – “L’Amicizia” (luglio 1991)