Qual è la parte o aspetto della coscienza che è chiamata in causa nella tecnica del servizio?

La psicologia esoterica definisce il servizio come una scienza, e questo può essere il punto di partenza per chi voglia avvicinarsi a questo tema. Si tratta, quindi, di accettare un’ipotesi e di impegnarsi a sperimentarla per verificare se i presupposti teorici siano veri e, perciò, utilizzabili nella prassi quotidiana.

Nasce, allora, una riflessione: qual è la parte o aspetto della coscienza che è chiamata in causa nella tecnica del servizio? Se dovessimo ipotizzare che è l’anima che serve, cioè quel livello di coscienza che, almeno inizialmente, è inconscio dentro di noi, dovremmo concludere che il servizio è, a tutt’oggi, improponibile alla quasi totalità degli esseri umani.

Ma una seconda riflessione ci viene in aiuto, quella che al momento molti uomini manifestano l’istanza a collegarsi con un livello superiore di sé stessi, cioè a ricercare un contatto con il proprio Sé. Questa situazione ha creato un grande fermento all’interno dell’umanità media, tale da far nascere un folto gruppo di aspiranti.

Il termine aspirante va chiarito per essere meglio compreso: si tratta di un uomo che, divenuto consapevole di essere portatore di una realtà trascendente, manifesta l’intenzione di entrarvi in contatto e di realizzarla.

Questa tensione interna crea, in coloro che persistono nella ricerca, momenti di contatto con la propria anima, per cui la vita diventa espressione di un’energia alternata, che oscilla dal polo personale al polo transpersonale o spirituale.

Inizialmente, i contatti con l’anima sono brevi e intermittenti, e indubbiamente non consentono l’ingresso in quello che è stato definito il Grande Servizio. Sono, però, contatti che servono a orientare l’individuo verso una nuova visione della vita e a introdurlo in una prospettiva di valori e di modelli del tutto diversi da quelli a cui era precedentemente abituato.

La psicologia esoterica dice:

Per gli aspiranti al Servizio si tratta di vivere simultaneamente la vita interiore acutamente sensibile del Pellegrino della vita, e quella dell’uomo immerso nel mondo, la vita di gruppo del discepolo impegnato e quella della collettività umana, deve adempiere il proprio destino spirituale servendosi della personalità controllata, e nello stesso tempo prendere parte con pienezza alla vita dell’umanità sulla Terra, e questi compiti non sono facili“.

 

Tratto da:

Il Servizio
La via maestra per la realizzazione spirituale
ed. Comunità di Etica Vivente
pp. 9-10.