… ci siamo accorti che ogni volta, attraverso il contatto fisico e la musica, si crea un forte collegamento di cuore tra noi, di mutuo sostegno, direi di Fratellanza come una semplice qualità comune dell’Umanità, in leggerezza, armonia e creatività.
Sono andato in Israele diverse volte, per incontrare degli amici e per lavorare sia con Palestinesi che Ebrei, sul progetto Biopsicosintesi.
Nel Monastero di Tantur, vicino a Betlemme abbiamo conosciuto alcune educatrici terapeute palestinesi. Ci condividevano delle parole bellissime che ricordo con gratitudine: la loro visione di una cultura di pace e fratellanza tra i due popoli significava rimettere in primo piano il volto dell’altro, non costruito nel tempo su pregiudizio e inimicizia, ma sulla storia dell’unicità di ciascuno.
Uno degli aspetti emersi nella condivisione scaturita nel gruppo più ampio, è stata la domanda se fosse conciliabile un’educazione alla resistenza con un’educazione alla non violenza e alla pace, energie indissolubili e complementari, soprattutto per chi voglia liberarsi dal giogo di una cultura bellica attraverso il principio della fratellanza, quella vera, che si sperimenta sul campo. Portavano l’esempio di villaggi agricoli dove le due etnie vivevano e lavoravano insieme nella produzione, commercializzazione e vendita di datteri, offrendo ciascuno le migliori capacità professionali, in spirito di fratellanza cooperativa, e dove ognuno rispettava il lavoro e la cultura dell’altro.
Altra esperienza significativa è stato un altro seminario di Biopsicosintesi in cui erano presenti alcune donne palestinesi e uomini e donne ebrei, che debbo dire si guardavano con sospetto nonostante lo stato culturale/professionale che li univa, essendo psicoterapeuti impegnati nel lavoro con i giovani.
Le donne palestinesi erano vestite di nero con il burka ed era evidente quanto questo creasse una barriera, gli sguardi erano eloquenti. Dopo un lavoro sulla Stella delle Funzioni e sull’atto di Volontà, è iniziato il lavoro con il corpo, e questa è stata la parte più difficile dell’esperienza, in quanto dovevo evitare i contatti tra le persone. Ad un certo punto improvvisamente mi accorgo che inavvertitamente in un lavoro a due avevo dato un input di giocare con le mani del vicino ed ecco che per magia delle dita israeliane entrano in contatto con quelle palestinesi e si muovevano dolcemente con la melodia. Mi accorgo della situazione, non interrompo; ad un certo punto dalle fessure degli occhi del burka iniziano a scendere copiose lacrime e cosi dal viso degli altri amici… senza alcuna parola … Possono essere le mani dei ponti per creare sempre maggior fratellanza?
In Francia, da circa vent’anni mi reco ad Aix en Provence per una supervisione d’espressione corporea ed incontro sempre persone nuove che venendo da vari paesi europei, Italia inclusa, creano insieme uno stage. All’inizio, l’unica cosa in comune è la grande passione per il movimento e la danza nonché la sensazione di essere in un posto speciale con gente speciale. In realtà ci siamo accorti che ogni volta, attraverso il contatto fisico e la musica, si crea un forte collegamento di cuore tra noi, di mutuo sostegno, direi di Fratellanza come una semplice qualità comune dell’Umanità, in leggerezza, armonia e creatività. Anche qui ponti fantastici…
Aumentare sempre più la cooperazione umana su scala internazionale senza pregiudizi, promuovere la comprensione interculturale e trasformare la propria vita attraverso la comprensione della vera natura della realtà e della costituzione umana.
Esseri umani senza distinzione di razza, credo, sesso, casta o colore. Quasi tutte le parole hanno più di un significato. Pensiamo a quanti significati ci sono per “amore” o “paura” o “verità”. Quindi anche “fratellanza” ha molti significati, e uno di questi, secondo il Maestro Aivanov è la seguente: “una fratellanza è innanzitutto una collettività, ma una collettività che possiede una coscienza allargata e luminosa. E’ una collettività i cui membri sono uniti fra loro, e non solo lavorano gli uni per gli altri, ma in più hanno come ideale quello di lavorare per il mondo intero. Una vera fratellanza è una collettività che possiede una coscienza universale”.
A proposito di Amicizia e Fratellanza vi vorrei far sorridere riportando alcune parole del versetto 5 di Fratellanza (Agni Yoga):”se vi rivolgeste ad un’assemblea dicendo “amici e colleghi”, la maggioranza vi guarderebbe subito con sospetto, ma se aveste poi l’ardire di chiamarli “fratelli e sorelle”, molto probabilmente verreste denunciati per aver detto parole indecenti…”
Mi piace molto l’affermazione di Goethe: “parlare è un bisogno, ascoltare è arte”, ma soprattutto le parole del Maestro DK nella regola numero 1, che dice:” Entra nel cuore del fratello tuo e vedi il suo dolore. Poi parla…”.
Come ascolto veramente gli altri, ci sono sentimenti importanti come fiducia, tolleranza, empatia? comunico con il Cuore? Usare l’energia cardiaca prevede coraggio, flessibilità, capacità di mettersi in gioco, oltre ad uno sforzo notevole di non usare filtri, forme pensiero e narrazioni giudicanti sugli altri. Saper ascoltare con il Cuore, nasce dal Silenzio e vuol dire percepire anche ciò che non viene detto, che è ancora nascosto nelle pieghe dell’Anima.
Stefano Bonadiman