Quale potrebbe essere il compito che spetta a noi oggi? Quale forma potrebbe avere il prossimo anello della catena dorata della cooperazione?
Un’immagine che ricorre spesso nei libri dell’Agni Yoga è quella della “catena di cooperazione”, in cui ogni anello rappresenta una parte dell’opera creativa globale: una parte che, collegata intimamente a tutte le altre, va a costituire una catena infinita ed eterna. Poichè la parola “catena” nel linguaggio comune suscita facilmente l’impressione di qualcosa che imprigiona, mi piace immaginare la catena di cooperazione come fatta di una luce dorata, che avvolge la Terra e si protende poi verso il cielo allungandosi all’infinito.
Anche noi, ognuno di noi, siamo anelli di quella catena, basta che lo scegliamo.
Nella storia più recente dell’Insegnamento del Fuoco – che in realtà è stato presente da sempre sulla Terra, fin dal tempo della figura mitologica di Prometeo, il portatore di Fuoco – il primo anello della catena è stato creato dal Maestro, nel suo rapporto di scambio diretto con Helena Roerich e con la sua famiglia.
La vicinanza di questa grande donna col Maestro era tale che lei Gli poneva molte domande, ogni giorno e di tutti i tipi e livelli: queste potevano spaziare da grandi quesiti su eventi cosmici alla richiesta di consigli pratici sulle necessità della vita quotidiana, riguardanti ad esempio la cura delle malattie o la relazione con i collaboratori e con le persone vicine.
A tutte il Maestro rispondeva con precisione ed Helena trascriveva puntualmente tutte le risposte nel suo diario. Anni dopo, Helena ricevette l’indicazione di ripulire gli scritti da ciò che riguardava delle contingenze troppo personali e di estrarne dei piccoli paragrafi, i cui contenuti potessero avere un’utilità più ampia.
Nacquero così i libri dell’Agni Yoga, tradotti negli anni successivi in molte lingue e distribuiti in tutto il mondo. Il lavoro fu intenso e le varie generazioni di collaboratori che vi si dedicarono mettevano a disposizione tutto ciò che avevano – tempo, energia, denaro – per poterlo portare a termine. Per alcuni di loro il prezzo fu molto alto, perché nella Russia di Stalin essere seguaci dell’Agni Yoga e dei Roerich comportava spesso la detenzione in campi di concentramento.
Così ai primi anelli della catena, il Maestro e i Roerich, se ne aggiunsero molti altri, più o meno consistenti, più o meno luminosi, ma tutti insieme hanno compiuto una iniziale e fondamentale parte dell’Opera. Tra essi voglio citare alcuni “anelli” costituiti da gruppi: il gruppo Roerich Society di Riga (Lettonia), che fu il primo a stampare i libri, il Museo Roerich di New York che ha svolto un’enorme opera di diffusione per decenni e fin dal tempo dei Roerich, l’Associazione Corona Mundi di Ginevra, fondata negli anni 80 proprio col compito di completare la pubblicazione dei libri in più lingue possibile.
Altri anelli della catena sono stati i molti che sull’Agni Yoga hanno organizzato congressi, che hanno scritto libri, che hanno preservato i quadri originali di N. Roerich e che ne hanno diffuso le copie stampate: un folto gruppo di collaboratori, accomunati dall’aver risposto ad una chiamata interiore e sottile da parte dell’Insegnamento e dall’amore per tutto ciò che esso veicola.
Un punto magnetico di servizio all’Insegnamento e al suo compito è stato anche il nostro Convegno di ottobre, così come anelli della catena di cooperazione sono stati tutti coloro che hanno collaborato per realizzarlo e tutti coloro che vi hanno partecipato con lo slancio del loro entusiasmo.
Oltre ad aver dato spazio ed espressione a molti contributi di valore, quei giorni hanno rappresentato un momento di celebrazione collettiva di 100 anni di incessante lavoro: un’occasione per esprimere gratitudine a chi ci ha preceduto nell’Opera. Ma anche per aprire insieme – in tanti da tutto il mondo – le porte del prossimo ciclo, che dovrà vedere in atto un impegno altrettanto intenso e che possa portare a raccogliere dei frutti ancora più variegati ed abbondanti nei prossimi decenni.
Quale potrebbe essere il compito che spetta a noi oggi? Quale forma potrebbe avere il prossimo anello della catena dorata della cooperazione?
Dopo aver intrapreso il nostro viaggio verso il Cosmo ad ottobre, per trovare una risposta a questa domanda non possiamo fare altro che volgere lo sguardo verso il cielo: cosa ci dicono i grandi movimenti celesti? Ci parlano di un’epoca, quella di Aquarius, in cui saranno enfatizzati i valori della fratellanza, del gruppo e del servizio di gruppo; in cui il processo dell’unificazione spirito/materia farà grandi passi avanti; in cui le rette relazioni prevarranno in tutti i regni; in cui bellezza e gioia saranno espresse in ogni vita…
Per realizzare tutto questo abbiamo bisogno di una guida, cioè di un vero e proprio manuale di istruzioni: l’Agni Yoga è qui per questo ed è stato dato un secolo fa perché oggi, proprio in questa nuova epoca celeste, possa svolgere la sua funzione di offrire agli esseri umani che lo sanno riconoscere ed accogliere moltissime indicazioni e visioni in tutti i campi della vita.
Ci mette a disposizione innanzitutto la consapevolezza del nostro grande patrimonio, l’energia psichica, il fuoco sottile che permea ogni coscienza. E’ un fuoco che permette di costruire e di sostituire così tutte le forme non più utili, spazzate via dal fuoco dello spazio: vediamo allora come i due fuochi (che poi sono lo stesso), quello cosmico, in cui siamo immersi, e quello interiore della coscienza, possano cooperare per demolire, l’uno, e per sostituire, l’altro, tutto ciò che è ormai consunto.
Ci aiuta anche a non guardare all’”insolito”, che è tutto ciò che non ci aspettiamo e che mina le nostre sicurezze, come a qualcosa di negativo, ma, anzi, lo evidenzia come un fattore fondamentale per lo sviluppo della coscienza.
Ci stimola ripetutamente a unire le forze, sia tra noi esseri umani affini e orientati nella stessa direzione, che con Coloro che ci guidano, dandoci molti spunti per la scelta di coloro con cui cooperare più da vicino.
Ci invita a guardare al lavoro come libera espressione dei nostri talenti, e non solo come a un mezzo per mantenerci economicamente.
Ci suggerisce di cambiare tipo di lavoro frequentemente anche all’interno di una stessa giornata, per poter serbare le forze e per non sovraccaricare il corpo energetico.
Ci propone la bellezza come indicatore della qualità di ogni aspetto della vita, così sostituendo bellezza a ricchezza materiale.
Ci richiama al coraggio di vivere con eroismo, cioè con passione investita su un fine di utilità comune, traendo da tale atteggiamento le risorse per vincere tutti gli ostacoli.
Ci esorta a utilizzare al meglio tutte le opportunità e risorse disponibili in ogni momento, legandole tra loro attraverso un ritmo ordinato e finalizzato.
Questi sono solo alcuni degli innumerevoli spunti proposti dall’Agni Yoga, e che noi prendiamo come passi indicati per addentrarci nel prossimo secolo.
Cento anni fa i collaboratori coscienti del fuoco creativo erano pochi e sparpagliati in paesi lontani tra loro. Oggi siamo in molti e tutti in costante connessione; possiamo darci appuntamento quando vogliamo e aiutarci reciprocamente a tenere accesa la fiamma. Questo è molto. A noi sembra ormai scontato, ma di fatto è un dono da usare bene, un dono che basa anche sull’opera di chi ci ha preceduto.
Nel Convegno di ottobre abbiamo raccolto molti doni nella forma di pietre d’angolo e di semi che potrebbero essere un segnale sulla prossima tappa del nostro lavoro e sui prossimi anelli della catena.
Allora, cosa faremo insieme di bello e di grande nei prossimi 100 anni?
Marina Bernardi