Per contattare la luce interiore è necessario tralasciare, momentaneamente, gli interessi terreni e dedicarsi a coltivare gli aspetti superiori della coscienza. Questo allenamento va fatto nella vita quotidiana, cercando di purificare i vari livelli della nostra personalità…
In una fredda mattina d’inverno, Hermes, giunto silenziosamente in comunità, accendeva il fuoco nella sala da pranzo: sapeva che di lì a poco sarebbero scesi i suoi amici per fare colazione insieme e desiderava che, al loro arrivo, la stanza fosse già accogliente. E, infatti, la sorpresa fu graditissima e tutti gli si fecero incontro con gioia: era tornato, aveva mantenuto la promessa!
I raggi del sole, appena sorto dietro le colline, illuminavano diffusamente la tavola preparata con cura ed Hermes accettò volentieri l’invito a sedere con loro.
Solo più tardi spiegò la ragione del suo ritorno: – Dovevamo parlare della luce, ricordate?
Certo, tutti rammentavano con piacere l’ultima “chiacchierata” fatta insieme in quel caldo pomeriggio d’estate… Ma egli aggiunse: – Vorrei che ci soffermassimo in particolare sulla luce psichica, se così vogliamo definirla, perché è il fattore determinante dell’illuminazione interiore, senza per questo tralasciare le altre manifestazioni della luce…
Cesare annuì soddisfatto: Mi sembra proprio il momento adatto per riflettere sulla luce perchè, come sai, stiamo cercando di creare un centro di energia luminosa che sia di sostegno per la comunità…
Hermes fece un attimo di silenzio poi disse: Per contattare la luce interiore è necessario tralasciare, momentaneamente, gli interessi terreni e dedicarsi a coltivare gli aspetti superiori della coscienza. Questo allenamento va fatto nella vita quotidiana, cercando di purificare i vari livelli della nostra personalità: è necessario guardare lontano, sforzandoci di fare luce sul futuro anziché analizzare il passato che, ormai, non esiste più.
Marta: Sai, talvolta mi sembra che tu non ti renda conto delle difficoltà che incontriamo ogni giorno nella lotta per la vita…
Rispose con decisione: Si può sempre, e dovunque, trovare un’oasi di quiete in cui far crescere le ali dello spirito, basta volerlo!
Guglielmo: Che ci consigli di leggere per arrivare a comprendere il senso dell’esistenza?
Hermes: Quando abbiamo letto qualche scritto di saggezza che ci stimola particolarmente è bene applicarlo alla nostra realtà, dato che qualsiasi insegnamento diventa luce solo quando è portato in manifestazione, rivelando, così, una nuova realtà. Ma ricordiamoci che ogni manifestazione è come l’onda del mare che prevede un momento di afflusso e uno successivo di riflusso, di consolidamento.
Marta domandò: Puoi darci qualche consiglio pratico?
Hermes: Intanto cerchiamo di esporci il più possibile alla luce terrena, quella del sole, di giorno, e quella del cielo stellato, di notte; sembrerebbe un suggerimento banale ma sappiamo che ciò che produce vita e armonia sul pianeta equilibra e vivifica anche l’uomo, stimolandolo nel sistema nervoso e ghiandolare attraverso una benefica vibrazione luminosa che agisce a livello fisico e psichico.
E Guglielmo, come inseguendo la fine di un proprio ragionamento, disse: Ma l’illuminazione è anche un fatto di conoscenza, e perciò di memoria…!
Hermes: Questo è vero: inizialmente, quindi, è giusto assimilare il ricordo nella coscienza perché mentre l’uno riguarda il passato, l’altra è legata al futuro. Successivamente, però, è necessario sostituire la memoria con la comprensione spirituale: sapere non significa soltanto ricordare, ma far fluire le correnti dell’intuizione interiore sulle stratificazioni dei pensieri convenzionali. La coscienza è, infatti, il solo strumento che opera la fusione tra spirito e materia, e l’uomo è destinato a legare cielo e terra fra loro, e a portare in manifestazione la coscienza solare che dorme dentro di lui.
Maria chiese: Hai detto che, esternamente, la luce va presa dal sole, ma interiormente come e dove cercarla?
Hermes rispose: La luce non va cercata ma sentita: il nostro Sè sa che gli è vicina, accessibile, in un certo senso predestinata. Dobbiamo perciò abituarci a chiedere a noi stessi qual è il volere del nostro spirito, senza ritenerlo lontanissimo ma, al contrario, chiamandolo con forza ad agire direttamente e identificandoci in esso. Un santo ha infatti detto che “…chi ode la voce del suo spirito si innalzerà sugli abissi”.
Cesare intervenne: Che differenza c’è tra volontà e conoscenza spirituale?
Rispose: – La prima è come una freccia che parte per raggiungere un bersaglio lontano da sè; la seconda è come un fiore celato che sboccia al momento opportuno, nella luce del sole interiore.
Giulietta prese la parola, quasi sussurrando: Io intuisco talvolta un filo di luce dentro di me ma poi non riesco a trattenerlo. Cosa dovrei fare?
Hermes: Affinchè il raggio dello spirito ci possa illuminare è necessario creare in noi un movimento ascendente, fatto di aspirazioni e di pensieri elevati, e renderlo il più persistente possibile. Il nostro “io” deve salire sempre più in alto, spinto dall’onda dell’entusiasmo: è perciò indispensabile rendersi conto che, oltre che delle nostre azioni, siamo responsabili anche dei nostri pensieri. Si può dire che la formula per arrivare alla luce sia: “imparare a tacere e purificare il pensiero”: è, infatti, nell’oblio temporaneo di ogni situazione terrena che può apparire un’illuminazione interiore.
Marta intervenne: Ma la pressione della vita quotidiana spesso ci sposta nostro malgrado…
Hermes: La vera via spirituale consiste nella progressiva espansione della coscienza, nel riuscire a restare nella luce anche quando la nostra mano lavora nella terra, nel percorrere il sentiero dei saggi, dove si comprende che ogni perdita è un futuro profitto e ogni sacrificio una futura possibilità, dato che solo il sacrificio accresce il nostro potere interiore, avvicinandoci al successo.
Camillo: A me sembra che questo tipo di ricerca porti all’isolamento e che tenda a farci dimenticare il compito verso gli altri…!
Rispose: Oltre i ristretti confini della mediocrità la luce unisce tutti i cuori. E’ vero, la sintesi della spiritualità, anche se arde dentro di noi, è ancora la meta più lontana e più difficile da comprendere, ma essa sola accenderà la luce del mondo.
Vi suggerisco di fare in modo che il vostro lavoro sia sempre rivolto al futuro, perchè solo così trasformerà il presente.
Leonardo ebbe un’intuizione: Ma questa luce interiore di cui parli arde anche fuori di noi…!
Hermes: Esiste una zona dell’inconscio superiore collettivo a cui si può accedere in uno stato di particolare “purezza” o elevazione della personalità, così come è possibile entrare in contatto con tutti gli spiriti della natura e percepire ciò che esiste ma non è visibile. L’artista, per esempio, già usa questo procedimento quando si serve dell’immaginazione creativa come di una scintilla per magnetizzare modelli invisibili di bellezza che, successivamente, manifesterà attraverso il proprio talento.
E’ l’esperienza che molti uomini, attratti dalla bellezza celata del cosmo, cercano attraverso l’oblio di sè nella vita convenzionale. Il nostro limite in questa ricerca è il torpore dell’abitudine, che ci rende facile preda di un passato senza fine. La vera comprensione della vita è una scalata che va affrontata con slancio irrefrenabile, senza voltarsi indietro.
Guglielmo si intromise: Puoi aggiungere qualcosa sul concetto della luce?
Rispose: La luce va considerata come una sostanza vivente, imponderabile e incommensurabile, diffusa in tutto l’universo e in tutti gli elementi che lo compongono. Dovremmo cercare di coglierla in ogni manifestazione, là dove appare, ed estrarla dalla parte più intima e profonda della nostra coscienza. La luce è un vero e proprio ponte tra il mondo visibile e quello invisibile; nasce dallo spirito illuminato che riempie ogni sua iniziativa con la forza creativa del futuro, attirando a sè, come un magnete, l’energia dei modelli superiori e trasferendola nella vita quotidiana.
La forza della coscienza di un uomo genera un riflesso nella forma secondo la sostanza dello spazio con cui entra in contatto. Ecco perchè è tanto importante la qualità del pensiero e dell’aspirazione e perchè il principio etico fondamentale dell’umanità è quello di non inquinare la luce che spiriti e mondi più evoluti irradiano sul nostro pianeta. Solo quando molti uomini sapranno cogliere nel loro cuore la radiosa bellezza delle sfere celesti e riusciranno a trasmetterla nelle nuove combinazioni della vita, la manifestazione della Nuova Era diverrà realtà.
Il destino del nostro mondo è, infatti, indissolubilmente legato al destino del nostro spirito.
Giulietta: Ma come aiutare gli uomini a realizzare la luce?
Hermes: E’ importante predisporre una vita salubre per la nostra psiche e ricordarci che, in quest’ottica, l’igiene del corpo e dell’ambiente dove si vive sono indispensabili. Bisogna quindi sviluppare il senso delle giuste proporzioni, per quel che concerne gli interessi della vita, e dedicare un pò di tempo alla disciplina spirituale: la purificazione della mente, lo sviluppo della forza morale e la concentrazione interiore sono requisiti da cui non si può prescindere. Purtroppo il mondo che ci circonda è ricoperto di ombra e la nostra “illuminazione” richiede, specie all’inizio, uno sforzo consapevole e persistente.
La luce del cosmo è come lo scintillio di un raggio di sole in un cristallo e la nostra attenzione dev’essere sempre ben vigile per coglierne i bagliori. La capacità creativa, infatti, è l’abilità di assorbire e di esprimere queste vibrazioni luminose. Nell’uomo la luce interiore si rivela negli occhi e, come una briglia d’oro, guida i suoi sentimenti.
Si può anche chiedere di essere condotti alla luce e una “mano amorevole” ci accompagnerà: la vita prevede molti sentieri ma i più luminosi sono quelli “superiori”. Il sole e le stelle, in questo senso, sono degli ottimi punti di riferimento.
Poi, rivolgendosi a Maria, aggiunse: Il fuoco della devozione è quello che meglio illumina lo spazio interiore e una coscienza devota si avvicina prima alla sorgente della luce, così come il potere dell’aspirazione fa crescere lo spirito.
E, guardando Marta, proseguì: La prontezza dell’azione rafforza l’ardore interiore e la radianza dell’amore non deve limitarsi alle parole ma dev’essere espressa negli atti.
Guglielmo: Come scegliere fra le azioni quelle più luminose?
Rispose: il primo criterio è che “…Il principio di ogni azione è ciò che è maggiormente necessario” come ha saggiamente detto il Buddha; il secondo, è l’impegno costante alla verità e alla bellezza, in quanto rappresentano i valori dell’Assoluto, e solo il potere della luce coscientemente utilizzato dagli uomini consumerà le tenebre. Questo è il segreto del seme che, messo nella terra, prende a vivere crescendo verso l’alto, in cerca della luce: in questo senso i fiori rappresentano un vero legame vivente fra terra e cielo, così come la neve che trasporta un po’ di cielo sulla terra.
Maria intervenne: Quello che ci dici è molto bello e ci sprona al massimo impegno spirituale, anche a costo di qualche rinuncia…
Hermes la interruppe: Conseguire non è rinunciare ma imparare prima a controllare e poi a dinamizzare la nostra vita. Dalla rinuncia nasce la proibizione, che è la madre della repressione, mentre dal controllo nascono la responsabilità e la comprensione.
E’ bene essere leali anche verso se stessi e abolire ogni mistificazione. Sostituiamo al concetto di rinuncia quello di conquista che, se indirizzata verso mete luminose, ci trascina sull’onda dell’energia del futuro. La lealtà è la qualità fondamentale degli spiriti illuminati e, unita al coraggio, ci permette di sfuggire la nebbia del presente. Cerchiamo perciò di apprezzarci, di essere pazienti e fiduciosi.
Ricordiamoci che, mentre camminiamo sul pianeta ricevendo la luce delle stelle, irradiamo a nostra volta la coscienza della Terra. E’ solo con questa consapevolezza, infatti, che riusciremo a equilibrare la natura visibile con le fonti della luce invisibile. E dovremmo fare in modo che gli eventi quotidiani sfumino nel nostro cuore affinchè possano apparire nel nostro pensiero i modelli della nuova vita.
Camillo s’intromise: E per gli altri cosa possiamo fare?
Hermes: Il desiderio di condurre altri uomini verso la luce è il più nobile tra gli impegni, e rafforza la nostra struttura spirituale. Anche se può sembrare paradossale, è bene suggerire di non frugare a lungo negli angoli del passato perchè vi si annidano, per lo più, i nostri errori: invitiamo, invece, i nostri amici a pensare al futuro, sotto la luce splendente del sole.
I condizionamenti, i preconcetti, le abitudini del pensiero occultano con una maschera di ipocrisia il volto del nostro Essere: è necessario arieggiare a lungo la nostra mente per liberarla dai “tarli” che vi si annidano da anni ed è solo la persistente tensione verso le meraviglie del firmamento che ci permetterà di ricostruire il sentiero interrotto che conduce al nostro Sè. E’ stato detto che “soltanto pregando in ispirito ci avvicineremo ai mondi lontani” ed è realizzando la calma interiore che riusciremo a contattare l’energia magnetica che ci vibra attorno.
Quanto meno è agitata la nostra coscienza, tanto più scorgeremo le vette che vi si riflettono.
Camillo prese la parola: Ti vorrei chiedere un suggerimento su come utilizzare il simbolo della luce…
Hermes, guardandolo negli occhi, rispose: Immagina di vagare a lungo, senza paura e senza dimora, in un immenso deserto, in perfetta quiete. Immagina poi di intravedere, come in un miraggio, un paese luminosissimo… Va, e costruiscilo! E fa in modo che la tua aspirazione più elevata sia quella di collaborare all’evoluzione del mondo e che si trasformi in un’attesa vigilante, permeata di fiducia.
Cesare ribadì: Ma non sempre è possibile agire in piena libertà…!
Hermes rispose prontamente: La libertà ha una qualità peculiare: quando esiste, nulla può limitarla.
Guglielmo propose: Quando parliamo di luce, a livello mentale, come dobbiamo intenderla?
Rispose: I pensieri hanno una loro vibrazione luminosa che differisce secondo la loro qualità. Si può affermare che quando si osserva la vita senza pregiudizi, in modo sperimentale e cioè scientifico, la nostra mente già inizia a percorrere il sentiero dell’illuminazione. Questo è dimostrato da quelli che, procedendo così, hanno rischiarato le profondità sconosciute della manifestazione. In effetti, migliorando la luce della mente la chiarezza del pensiero giunge di conseguenza.
E’ risaputo che anche la luce esterna migliora la qualità del lavoro ed essa è indispensabile perchè questo sia produttivo e utile: infatti, come vi accennavo prima, la cute dell’uomo assorbe i raggi luminosi e li immagazzina nel sistema nervoso. E’ anche acquisizione comune che i migliori effetti della luce si ottengono la mattina, e che qualsiasi fonte di luce artificiale non può competere con la qualità e la potenza di quella solare. La vita della comunità dovrebbe essere, perciò, impostata sul valore della luce perchè la sua forza è inesauribile e applicabile a ogni livello della vita: fisico, emotivo, mentale e spirituale.
Seguire un insegnamento di vita significa camminare ispirati nella maggior tensione possibile alla luminosità, sia interiore che esterna; significa allontanarsi dai nemici della luce, ovunque essi siano, e prepararsi ad accogliere, e a trattenere, la magica polvere cosmica che trasporta i modelli del futuro.
Hermes stava per alzarsi, forse sul punto di congedarsi, ma Leonardo lo trattenne: Prima di lasciarci, non vorresti suggerire un pensiero conclusivo sulla luce a cui ispirarci?
Hermes sorrise: E’ l’entusiasmo per il futuro, l’unico principio ispiratore: quel futuro che ci fa intuire la preziosa riserva di luce dei mondi lontani, e che indica nel sole l’unica, inesauribile fonte di energia per il nostro pianeta. Pensare al futuro ci avvicina a questa energia, immettendoci sul sentiero dello sviluppo spirituale, l’unico inondato di luce. Ricordiamoci, però, che qualsiasi conquista richiede prima molto lavoro, sia individuale che di gruppo, svolto con comprensione, perseveranza e ritmo.
Solo allora scopriremo che ciò che rende luminosi è l’ampiezza della coscienza e che la luce si diffonde non con le parole ma con la semplice presenza.
Si alzò per congedarsi e agli amici che lo accompagnarono alla porta promise che, entro l’estate, sarebbe ritornato: “Parleremo insieme delle prove che ci aspettano sul sentiero della vita”, disse, e si allontanò, salutando con un gesto della mano.
In: “Poggio del Fuoco” – Quaderno della Comunità di Psicosintesi di Città della Pieve
N. 1 – “Comunità”