Nella vita di un gruppo che ha acquisito una coscienza evoluta, il modello più alto di riferimento di cui disponiamo prevede la convergenza stabile e infuocata verso il proposito comune e la capacità di cooperare armonicamente come gruppo.

Tutti i grandi Insegnamenti spirituali del ‘900 hanno parlato di gerarchia con riferimento all’intero Universo. Infatti, non solo nel rapporto tra le orbite dei pianeti, ma anche tra i sistemi solari nelle galassie, si può riconoscere il principio gerarchico, considerato uno dei principi fondamentali che rendono possibile una vita armonica a tutte le entità che popolano l’Universo. Dal punto di vista astronomico questo principio è stato riconosciuto, mentre diventa più difficile accettarlo a livello di umanità. Bisogna partire dal riconoscere che, come esseri umani, abbiamo tutti gli stessi diritti a livello sociale, ma non abbiamo tutti lo stesso livello evolutivo. Esiste cioè una scalarità delle coscienze che deriva dagli accumuli delle esperienze e dall’apertura della coscienza, acquisiti nel corso delle vite passate e di quella presente. Secondo l’Agni Yoga, se si riconosce questa scalarità risulta evidente una gerarchia spontanea, non sancita da alcun titolo socialmente acquisito. Quale persona sosterrebbe consapevolmente di essere superiore, ad esempio, a Leonardo da Vinci o a Dante Alighieri?

Eppure, quando si parla di una Gerarchia (con la maiuscola) composta da coloro che sono dei grandi del passato, in altre parole i “Fratelli Maggiori” dell’umanità, si incontra spesso incredulità e resistenza ad accettare che vi siano esseri umani di un livello evolutivo superiore al proprio. Tutti coloro che fanno parte della Gerarchia spirituale sono diventati dei leader in un campo specifico della auto-realizzazione umana. Se si vede la Gerarchia come un insieme di leader, ci si può allora chiedere come possa lavorare come gruppo. Ciò appare in contrasto con la condizione dell’umanità incarnata, in cui un gruppo, per quanto evoluto, non è composto da leader e ha bisogno di un leader con la funzione di guida. Sappiamo come ciò possa creare gli effetti più diversi: dall’eccessivo servilismo, alla ribellione più o meno manifesta, alla piatta obbedienza, all’opposizione per scalfire l’autorità.

Alla base di queste reazioni vi è un’insufficiente convergenza verso il proposito del gruppo da parte dei suoi componenti. E vi è anche, come conseguenza, una scarsa capacità di cooperare. D’altra parte, l’Agni Yoga insegna che col termine Gerarchia si intende “cooperazione coordinata al fine”. Questo concetto coincide con quanto scrive Lucille Cedercrans nel libro Leadership cooperativa. Quindi il modello più alto di riferimento di cui disponiamo prevede questi due aspetti fondamentali nella vita di un gruppo che ha acquisito una coscienza evoluta: la convergenza stabile e infuocata verso il proposito comune e la capacità di cooperare armonicamente come gruppo. Tutti i componenti della Gerarchia hanno raggiunto questo traguardo, che deriva dalla completa attuazione del progetto delle anime individuali. Nondimeno, anche loro hanno una Guida nel Cristo.

Come vivere quel modello nella nostra vita di gruppo a imitazione della Gerarchia? La guida è indispensabile: ce lo conferma l’Agni Yoga con parole suggestive nel libro L’Insegnamento al Leader. La Cedercrans ci viene incontro affermando che in un gruppo che sta ancora evolvendo spiritualmente è possibile e opportuno riconoscere in ogni componente un leader potenziale. Questo riconoscimento aiuta a una maggiore convergenza verso il proposito e a una migliore cooperazione. Quando tutti i componenti del gruppo avranno realizzato definitivamente il progetto della propria anima, ovvero saranno diventati compiutamente dei leader, il gruppo umano coinciderà con quello Gerarchico.

Giuseppe Campanella