“Coloro che sanno che l’Eterno vive in loro e che essi, e tutte le cose, sono realmente l’Eterno, abitano il bosco degli alberi miracolosi, bevono la rugiada dell’immortalità, ed odono ovunque la silenziosa musica dell’eterna concordia.”

Joseph Campbell

C’è una storia che è stata raccontata da mille voci, scritta da moltissime mani, vissuta da molti prima di noi. È il “Viaggio dell’Eroe”, un percorso archetipico sotteso invisibilmente alle gesta degli Eroi di tutti i tempi. Possiamo attingere a questa “storia delle storie” per ricevere alcuni insight come individui ma anche collettivamente. Se spicchiamo un volo col pensiero per osservare questo processo da una prospettiva planetaria possiamo infatti figurarci l’Umanità come un Eroe collettivo alle prese con il proprio pericoloso, avvincente e fondamentale viaggio. Possiamo chiederci se questo Eroe sia chiamato a contribuire alla salvezza del mondo e alla realizzazione di un tempo di rinnovata Pace e Bellezza sulla terra. Sarà vero?

Partiamo per un piccolo viaggio eroico con l’intento di scoprirlo e raccogliere qualche briciola luminosa che ci orienti lungo il sentiero.

Il “monomito”: modello ideale delle storie d’Eroi

I miti, con gli Eroi che vivono in essi, sono da sempre fonte di profonda ispirazione individuale e collettiva. L’archetipo dell’Eroe emerge in forme molteplici e a volte inaspettate, nei miti antichi e in quelli contemporanei raccontati da film e videogames.

In molti hanno documentato e studiato l’esistenza di un “modello” che accomuna vaste categorie di storie, miti e tradizioni riguardanti gli Eroi e i loro viaggi iniziatici. Fu l’antropologo Edward Tylor, che iniziò a individuare questi schemi, nella seconda metà dell’ottocento.
Chi rese davvero noto il “modello” alla base del Viaggio dell’eroe – o “monomito” – fu Joseph Campbell, che ispirato anche dalle teorie di C.G. Jung nel 1949 pubblicò “l’Eroe dai mille volti” dove presentò una struttura narrativa in 17 passi1 alla base delle storie eroiche, così sintetizzata:

“L’eroe abbandona il mondo normale per avventurarsi in un regno meraviglioso e soprannaturale; qui incontra forze favolose e riporta una decisiva vittoria; l’eroe fa ritorno dalla sua misteriosa avventura dotato del potere di diffondere la felicità fra gli uomini”2

Quella del monomito è una materia complessa e affascinante, ripresa da moltissimi autori e applicata oggi ai campi più disparati, dal marketing, alla scrittura fino alla cinematografia3. Un celebre esempio di film inquadrabile nella struttura del “monomito” è Star Wars (1977) di George Lucas.

Il cammino dell’umanità come viaggio Eroico

Possiamo ipotizzare o almeno chiederci se la struttura profonda del viaggio dell’Eroe, declinato attraverso i secoli da culture diversissime e sotteso a tanta parte delle narrazioni contemporanee risponda a un “prototipo” di processo iniziatico, collegato al procedere dell’umanità. Campbell e altri studiosi hanno ravvisato il “monomito” anche nei racconti sacri su Gautama Buddha, Mosè e Cristo.

È certamente impossibile trattare questo argomento in modo esauriente ora, ma è interessante descrivere sommariamente la struttura di questo “viaggio”, che offre spunti di riflessione e analogie con la situazione che stiamo vivendo a livello mondiale e ci consente di formulare un’ipotesi affascinante, da elaborare prima di tutto in noi stessi: siamo chiamati, come umanità, a percorrere un Viaggio dell’Eroe “collettivo?

Per esplorare questa ipotesi approfondiamo in modo estremamente semplificato la struttura del viaggio dell’Eroe.

Questo viaggio è spesso organizzato in 3 atti principali: la partenza o separazione dal conosciuto e dal mondo ordinario; Il processo di iniziazione, che inizia con l’entrata nel “mondo non ordinario” e ignoto, ricco di prove e tocca il punto più profondo di buio e morte, per poi produrre rivelazione, ascesa, vittoria e ricompensa (un tesoro o elisir di guarigione); il Ritorno, in cui l’Eroe torna “ a casa” e può utilizzare e condividere il tesoro guadagnato a beneficio dei suoi simili.

L’eroe stesso viene trasformato dall’avventura e ottiene il potere spirituale. Figure centrali lungo tutto il processo sono anche i personaggi che accompagnano l’Eroe: alleati, nemici, le Guide (la figura del Mentore) e incontri straordinari con esseri sovrannaturali che incarnano anche il principio Femminile e Maschile e in generale aspetti contrapposti e ombre da integrare.

Partenza: Il primo atto del Viaggio dell’Eroe

Il primo atto del viaggio eroico, la Partenza, inizia con un eroe “in nuce” che inconsapevole del suo destino vive nel mondo ordinario ma riceve una “chiamata” all’avventura, spesso costituita proprio da una situazione scomoda o di pericolo.  L’eroe è solitamente riluttante a seguire la chiamata (ma è spinto ad accoglierla dalla figura del Mentore.)

Se proviamo a sovrapporre questo modello alla situazione che viviamo come Umanità e nei gruppi più consapevoli e quindi recettivi agli appelli interiori, possiamo immaginare che l’accelerazione dei processi e gli eventi accaduti sul pianeta negli ultimi due anni siano stati il chiaro indicatore che possiamo e dobbiamo urgentemente apprendere qualcosa di nuovo: la nostra chiamata implicita a intraprendere un viaggio per diventare Eroi, che inizia come tutti i viaggi dalla partenza.

Il fatto che siamo proprio noi e non altri a vivere questa chiamata può spronarci a una presa di coscienza: forse non volevamo necessariamente essere coinvolti in questo grande inizio, ma se ci troviamo qui e ora in questo quadro mondiale siamo chiamati a un’assunzione di responsabilità.

Sulla soglia del viaggio, proprio come il nostro Eroe, ci è consentito essere riluttanti e vivere emozioni di rifiuto a dover abbandonare le abitudini della vita “ordinaria”, dai confini conosciuti, piacevoli o spiacevoli che siano: quando ci confrontiamo con la nostra chiamata dobbiamo inevitabilmente incontrare un Guardiano della Soglia.

Qui interviene il grande tema della scelta, perché non tutti gli eroi potenziali lo diventeranno: si può rifiutare la grande avventura e l’entrata nel mondo straordinario che ne consegue. Si può quindi tentare di aggrapparsi alle abitudini e alle forme del passato che si stanno sgretolando. Questo rifiuto, a ben guardare, potrebbe condurre a pericoli ancora maggiori, e sostanzialmente a una “fine” intesa come vero esaurimento. A livello planetario vediamo gli effetti di questo atteggiamento in quelle parti di umanità che si ostinano a perseguire e replicare sistemi e modi ormai chiaramente insostenibili e inadeguati alla vita.

Se invece si sceglie di accettare di intraprendere il nostro viaggio Eroico, cosa ci si può attendere dal futuro? Non un percorso sicuro.

Iniziazione: Il secondo atto

La fase successiva, attingendo al modello di Campbell, è il secondo atto – l’Iniziazione – un percorso lungo, tortuoso e difficile, che parte dopo l’attraversamento della soglia verso un mondo ignoto. L’Eroe affronta compiti e prove, affonda nell’abisso, raggiunge “la caverna più interna” e vive una crisi centrale della sua avventura. Lo attende l’esperienza della morte, intesa anche come morte di vecchie identificazioni ma comunque da accettare a tutti i livelli. Attraversare la morte consente una rinascita. Inizia la fase di ascesa, dove l’Eroe riceve nuove armi, vive l’Apoteosi, la vittoria sul nemico, la conquista della saggezza e l’ottenimento della ricompensa (un tesoro o un Elisir miracoloso).

In questo processo l’Eroe è chiamato all’unificazione, alla sintesi, all’inclusione e trasformazione degli opposti e delle ombre.

Se ancora una volta rapportiamo questo processo di trasmutazione alle sfide da affrontare come Umanità possiamo volgere il pensiero alla necessità di superamento delle contrapposizioni ideologiche e di ogni tipo di separatività, alla necessità di equilibrare tanti squilibri socio-economici nel mondo e a un livello più generale i principi del Femminile e del Maschile, per poter relazionarci in modo retto alla Terra.

Le difficoltà del compito che ci aspetta e delle rinunce inerenti a questo processo potrebbero sicuramente indurci a rinunciare e a soccombere. È il momento di attingere alla visione offerta dal terzo atto del viaggio dell’Eroe: “il Ritorno”, per nutrirci di consapevolezza e speranza.

Il Ritorno dell’Eroe

Dopo molti pericoli, se l’Eroe attraversa il processo di Iniziazione con determinazione, coraggio e fede, riceve un tesoro, un Elisir in grado di guarire e dispensare la felicità e guadagna la possibilità (non sempre immediata) di fare ritorno a casa per vivere un tempo di rinnovata armonia e  Pace e diventare “Maestro dei due mondi”. L’Eroe attraversa di nuovo la soglia tra i mondi e rientra nel mondo ordinario completamente trasformato e “Libero di vivere”, per condividere la Saggezza e il tesoro guadagnato. Questo tesoro deve per sua natura essere utilizzato a beneficio di tutti.4

È bene notare qui che ogni viaggio eroico è insieme individuale e collettivo. Ogni vita individuale è in un certo senso assimilabile a un viaggio eroico (questa valenza si coglie più chiaramente leggendo le biografie di vite illustri) ma il Viaggio dell’eroe  ha sempre una valenza collettiva..

In verità infatti secondo la visione di Campbell non solo l’Eroe e i suoi amici ma tutti i personaggi della storia, incluse le Guide, sono trasformati dall’avventura iniziatica. Potremmo asserire che “il mondo intero” viene trasformato dall’ottenimento della saggezza e potere spirituale da parte dell’Eroe che ritorna.

Un augurio per l’Umanità e un invito al viaggio

Che l’umanità possa compiere un viaggio di Ritorno dalla sua avventura iniziatica è un augurio di valore inestimabile.

Per giungere a questo traguardo è necessario però l’accoglimento del viaggio in ogni fase e il salto nell’ignoto che il processo di trasmutazione collettiva comporta. Che il gruppo umano si renda disponibile a divenire un laboratorio alchemico di trasformazione – questo potrebbe essere il contributo che la Terra ci sta chiedendo attraverso i tempi difficili di cui siamo testimoni.

Compiere collettivamente questo viaggio potrebbe proiettarci verso un Rinascimento Planetario, possibile solo se l’umanità accetta di riconoscere e rispondere al suo potenziale “Eroico”, per conquistare la Maestria sui due mondi, quello ordinario e quello dell’avventura eroica, attraverso processi ciclici di trasmutazione e Sintesi.

Se riusciremo insieme a focalizzare lo sguardo oltre l’evidenza e a contattare la necessità di una trasformazione planetaria, potremo attrarre il cambiamento, le armi e i tesori necessari al prossimo passo del viaggio infinito della coscienza: un viaggio eroico che si ripete e risuona in volute maggiori e minori dall’inizio dei tempi, ci chiama e ci attrae verso sentieri di Bellezza, per realizzare l’Elisir del Futuro e condividerlo con tutta l’Umanità nel nostro presente.

di Silvia Scali

 

  1. I 17 passi individuati da Campbell (non tutti sempre presenti e in questo ordine) sono: La chiamata all’avventura, Rifiuto della chiamata, Incontro con il Mentore, Attraversamento della prima soglia, Ventre della Balena, Il percorso delle prove, L’incontro con la dea, La donna come tentatrice, Conciliazione con il Padre / Abisso, Apoteosi, La Benedizione Finale, Rifiuto del ritorno, Il volo magico, Salvataggio dell’Esterno, Il Superamento della Soglia del Ritorno, Maestro dei due mondi, Libertà di vivere.
  2. Joseph Campbell, The Hero with a Thousand Faces, Princeton, Princeton University Press, 1949, p. 23.
  3. In questo campo il contributo maggiore è stato dato da Christopher Vogler, scrittore e produttore di Hollywood e autore del libro “Il Viaggio dell’Eroe”
  4. Questa ed altre riflessioni sono state ispirate dall’intervista a Jonathan Young, curatore dell’archivio Campbell – su www.gaia.com

 

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