… oltre a una buona volontà di fondo e allo spirito di servizio, oltre alla visione unificata e universale, vi è ancora un’altra qualità che è specifica dei costruttori del mondo. Essi sono pionieri, innovatori, precursori.
(…) “Il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo”. Questa è un’espressione usata di frequente; ma che cos’è questo gruppo e chi sono coloro che lo compongono?
Spiegare la sua natura non è facile, perché la parola “gruppo” suggerisce normalmente l’idea di un’associazione organizzata in una struttura che comprenda un consiglio direttivo, dei soci regolarmente iscritti e dei requisiti precisi, mentre invece questo organismo mondiale è totalmente privo di una simile organizzazione formale. Non vi è un consiglio d’amministrazione, non si registrano i soci e non vi sono “regole” esterne. I suoi componenti non solo non si incontrano tra loro, ma di solito neanche si conoscono e, cosa ancora più importante, spesso non sanno neppure di far parte di questo gruppo, di cui anzi ignorano l’esistenza. I loro campi d’azione sono i più vari e spaziano in tutti i settori di attività esistenti nel mondo e in tutte le sfere di bisogni degli uomini, cosicché certe volte possono anche trovarsi in contrasto o addirittura in opposizione tra loro. In che senso, ci si potrebbe allora chiedere, si può dire che essi costituiscono un gruppo?
La ragione di questo risiede nel fatto che essi sono uniti da ciò che è essenziale e che dovrebbe costituire l’ “anima”, per così dire, di ogni gruppo – cioè da uno scopo e da un proposito comuni. Oltre a ciò, tutti i membri di questo gruppo possiedono certe qualità di base che sono indispensabili per potervi appartenere.
Prendiamo in esame la natura di queste qualità. Le due principali sono: buona volontà e sentimenti umanitari. La prima deve essere qualcosa di più di una semplice disposizione benevola verso gli altri; dev’essere una buona volontà attiva, deve cioè manifestarsi come dinamica volontà-di-bene. La pietà per le sofferenze umane deve quindi trasmutarsi in azione, in servizio sociale e in attività pratica per alleviarle e, più importante ancora, per eliminarne le cause.
Queste qualità fondamentali non sono però sufficienti a fare un “servitore del mondo”. Per meritare questo titolo egli deve possedere una visione ampia, che sia “planetaria” e abbracci l’ideale della sintesi e dell’unione di tutti gli uomini. Tutte queste varie forme di impegno sociale, quale che sia la specifica sfera di attività di ciascuno, troveranno così nella promozione di questa unificazione il loro principio direttivo. Va osservato che l’unità non implica l’uniformità o un’irregimentazione imposta, bensì l’unità nella diversità. Questo tipo di unità si esprime nella cooperazione per il bene comune, a prescindere da quanto diverse siano le sfere e i metodi d’azione di ciascuno.
Una valida analogia, che illustra chiaramente questa posizione, ci viene fornita dalla biologia. Ogni cellula del corpo fisico è diversa da tutte le altre; le cellule del cuore, ad esempio, sono diverse da quelle del cervello e hanno anche funzioni diverse. Certe cellule appartengono a gruppi che svolgono compiti opposti, ma tutte le attività delle varie cellule sono coordinate tra loro e dirette al fine della conservazione e dello sviluppo della vita dell’intero organismo.
Proviamo a immaginare che una cellula abbia una sua coscienza individuale e che questa coscienza limitata creda che ogni cosa succeda nel suo proprio interesse e a suo beneficio, e che l’importante sia lottare per autoconservarsi. Supponiamo però che ad un certo punto questa stessa cellula cominci ad allargare il cerchio dei suoi interessi, della sua partecipazione e delle sue identificazioni; dapprima verso i gruppi di cellule vicine, poi verso tutto l’organo a cui appartiene, poi verso un gruppo di organi che svolgono una particolare funzione, come quella nutritiva o circolatoria, e infine al punto in cui la sua coscienza si identifichi con quella dell’intero organismo. Continuerà a svolgere la sua parcellare, specifica funzione nel suo organo di appartenenza insieme con le cellule vicine, ma adesso sarà consapevole del contributo che questa sua funzione reca al benessere dell’intero organismo, e ci è facile immaginare di vederla svolgere i suoi compiti con un entusiasmo e una buona volontà nuovi e ben diversi da prima.
A livello dell’uomo questa situazione trova il suo corrispettivo nella progressiva espansione della coscienza individuale ad abbracciare gli altri individui, i piccoli gruppi più vicini e via via i gruppi sempre più ampi, come quelli professionali, i partiti politici, le nazioni e infine tutta l’umanità.
Ma oltre a una buona volontà di fondo e allo spirito di servizio, oltre alla visione unificata e universale, vi è ancora un’altra qualità che è specifica dei costruttori del mondo. Essi sono pionieri, innovatori, precursori. Staccati dal passato, capiscono che le forme e le regole di oggi non possono più andare bene in un mondo radicalmente nuovo, e che in ogni campo si rende necessario stabilire un ordine nuovo che sia basato sui principi più alti e su valori realmente umani e spirituali.
Il loro obiettivo è quindi la creazione di una nuova civiltà e di una nuova cultura. Ma il modo in cui essi lavorano è diverso, nei metodi, da quello di altri innovatori. Essi non sono combattivi, nel senso che non desiderano, né è loro funzione, combattere ciò che è vecchio, distruggere ciò che esiste e soprattutto utilizzare metodi violenti. Si potrebbe dire che il loro motto sia “conquistare il male con il bene”. Il loro modo di operare è diffondere le nuove idee, sostenere i nuovi ideali, e dare esempio nelle proprie azioni di spirito di dedizione e di servizio.
Si potrà obiettare che la distruzione di certe forme, siano esse idee o istituzioni, può ben essere necessaria. Questo è vero, ma tale azione distruttiva non è funzione di questi servitori e costruttori; altri vi sono che si assumono questo compito, e lo svolgono con alterno successo, andando a volte all’estremo e adottando mezzi violenti e inumani. Questa distruzione non è cosa che riguardi i costruttori del mondo; la loro missione è di ispirare e di creare, utilizzando sempre metodi costruttivi e forze positive – le forze del bene.
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