La capacità di essere giusti e corretti nei rapporti nasce e deve essere prima sperimentata dentro di noi. Chi non è in condizioni di creare un minimo di equilibrio all’interno di sé, tra le diverse tendenze e pulsioni del proprio animo, non ha certo la possibilità di garantire un rapporto equilibrato con gli altri.
“Abbiamo oltre cinque miliardi di vicini, non vicini che abitano nella nostra strada, ma i nostri simili, esseri umani con i quali siamo collegati mediante i mezzi di comunicazione moderni e che sono in realtà psicologicamente vicini a noi.”
Ci accorgiamo, infatti, che l’identificazione con la personalità è tale che la nostra identità è per lo più limitata al corpo fisico con la sua struttura istintivo-sensoriale, al corredo emotivo-sentimentale e al patrimonio mentale, fatto di immagini e di idee ‘concrete’. Ed il tutto è così ‘personalizzato’ da farci sentire nettamente divisi e diversi dagli altri. Ora, se è vero che ciascuno di noi è caratterizzato da un patrimonio psicogenetico ed esperienziale individuale, è anche vero che il nostro psichismo è unito allo psichismo collettivo, e che tra noi e gli altri, a livello psicologico, c’è una continua ‘osmosi’, per cui le vibrazioni psichiche di tutta l’Umanità interferiscono tra loro e si influenzano a vicenda, anche quando non ce ne rendiamo conto. Questo è il concetto di inconscio collettivo in cui la nostra psiche è immersa e che ci rende indissolubilmente legati nella Grande Avventura del destino umano. D’altra parte, se accettiamo l’uomo nella sua struttura globale, e cioè anche nel suo aspetto psicospirituale, scopriamo che nei livelli più sottili del suo essere, rappresentati nella psicosintesi dal Sé e dall’inconscio superiore, egli testimonia l’esperienza dell’ ‘unica radice’ e vive come realtà fenomenica l’identità con l’altro e con tutta l’Umanità.
“Tuttavia dobbiamo riconoscere che queste circostanze esterne ci obbligano finalmente ad attuare i rapporti che dovrebbero essere quelli normali fra gli esseri umani.”
Questo concetto appare chiaro alla luce di quanto detto precedentemente, e cioè dell’appartenenza di ogni uomo all’unico organismo dell’Umanità, analogicamente a quanto avviene nel nostro corpo. In questo ogni cellula è chiamata a svolgere il proprio compito collegata alle altre ed il buon funzionamento dell’organismo dipende dal corretto scambio intercellulare, per cui cellule diverse per struttura e funzione, appartenenti ad organi diversi, cooperano e collaborano tra di loro nell’interesse comune. E quando questa collaborazione cessa, appare la malattia, che prima altera la funzionalità e successivamente compromette i tessuti cellulari stessi portandoli alla distruzione.
Questo è quello che accade anche nella società quando i ‘normali’ rapporti tra gli uomini degenerano in comportamenti dannosi ed aggressivi, producendo delle vere e proprie disarmonie e malattie nel corpo dell’Umanità, simili alle forme tumorali dell’organismo biologico.
“Questi rapporti sono alla base della nostra esistenza; non sono soltanto un ideale di vita armonica o una necessità per sopravvivere, ma sono un fatto di natura.”
“Siamo membri della nostra famiglia, abitanti della nostra città, apparteniamo alla nostra nazione, ma siamo uniti quali membri di tutta l’Umanità. Tutto ciò ci permette di intravedere la vasta prospettiva in cui la Legge dei Giusti Rapporti Umani trova il suo posto e la sua funzione. Non è soltanto una Legge per i nostri rapporti personali con gli altri, ma è una regola fondamentale dell’intera vita ed il suo campo è l’area globale in cui viviamo, cioè l’azione esterna, il sentimento, il pensiero e la volontà.”
Questo è un concetto molto importante: in ogni momento della nostra vita noi mettiamo in moto delle vibrazioni mediante la nostra volontà, i nostri sentimenti e le azioni esterne, dando in tal modo ‘direzione’ all’energia che amministriamo, e produciamo effetti su tutto il ‘campo magnetico’, biologico e psichico dell’intera Umanità. In questo modo un nostro pensiero rappresenta un impulso al mondo mentale collettivo, così come un nostro sentimento si ripercuote sul corpo emotivo del Pianeta.
E’ allora evidente che la prima qualità da realizzare per dei Giusti Rapporti è il senso di responsabilità umana che ci fa partecipi di questa continua interazione tra noi e gli altri, e quindi la capacità di essere almeno innocui se non utili agli altri. Il comprendere che oltre alle azioni anche i pensieri, le immagini e i sentimenti incidono sul nostro prossimo ci dovrebbe rendere più consapevoli ed accorti nel formularli. Nessuno, infatti, offrirebbe cibi velenosi ai propri vicini, così come invece diamo loro in pasto in continuazione pensieri e sentimenti negativi, che non potendo essere chiaramente percepiti non rendono possibile alcuna difesa e producono gravi danni alla collettività. La compassione, come partecipazione ed impegno ad aiutare l’altro, e la comprensione, come identificazione spirituale con i nostri simili, diventano perciò qualità fondamentali per la realizzazione di questa Legge, insieme all’amore che è la nota consonante e cementante di tutto ciò che esiste.
“E’ questo il problema basilare: lo stabilire questo giusto atteggiamento entro noi stessi, atteggiamento che determinerà giusti rapporti, abbattendo barriere e rendendo possibile la loro manifestazione fra noi e gli altri.”
La capacità di essere giusti e corretti nei rapporti nasce e deve essere prima sperimentata dentro di noi. Chi non è in condizioni di creare un minimo di equilibrio all’interno di sé, tra le diverse tendenze e pulsioni del proprio animo, non ha certo la possibilità di garantire un rapporto equilibrato con gli altri. L’uso corretto di noi stessi nei rapporti inter-individuali è infatti direttamente proporzionale all’autodisciplina interiore, cioè alla possibilità di gestire armonica.
NB. l testo che hai letto riporta alcune
riflessioni allo scritto di Roberto Assagioli
sulla Legge dei Retti Rapporti Umani,
per saperne di più sul testo di riferimento
vai alla pagina corrispondente.