Nei primi Anni Ottanta ad Aotearoa in Nuova Zelanda, ci siamo impegnate
nell’esercizio dell’azione non violenta per protesta contro il governo che ha
coinvolto il nostro Paese con il regime dell’apartheid del Sud Africa;
l’occasione è stata fornita dalle partite di rugby, non organizzate o non volute
da gran parte della popolazione.

Come gruppi di donne con il fine di passare insieme la giornata,
abbiamo cominciato a marciare ogni settimana, contando sull’impegno
comune alla non violenza.

Negli anni successivi abbiamo continuato quest’azione di solidarietà, nel
comune obiettivo di rendere nuclear free la Nuova Zelanda. In particolare,
abbiamo risposto agli appelli giunti dal Comune di Greenham in Gran
Bretagna e dalla pediatra Helen Caldecott, che ha invitato le donne di tutto il
mondo a essere consapevoli della tremenda minaccia delle armi nucleari, che
incombe sui bambini (e su tutti noi).

Nelle due maggiori città, Auckland e Wellington, dagli iniziali cori per le strade,
nel 1983 ha preso vita un’azione pacifista chiamata “Pramazon’s” * : sei
donne camminavano spingendo sei carrozzine, insieme a due bambini,
intorno all’East Cape della Nuova Zelanda, per più di 300 Km. In quelle
occasioni si parlava, si raccontavano storie, si cantava e recitava una pièce
sui test nucleari nel Pacifico.

Chi camminava era supportato anche dagli altri: due artiste hanno creato un
arazzo di seta a cui è stato dato il nome di “tappeto Korero”: lo srotolavamo e
ci sedevamo intorno per meditare o quando dovevamo prendere delle
decisioni, finché arrivava quella giusta.

Le sei settimane di questo progetto hanno permesso di realizzare una
profonda coscienza di gruppo e consapevolezza, sentite e attivate a vari livelli
da ciascuna di noi, negli anni successivi. Quando moriva un genitore o
nasceva un bambino, quando era necessario un rituale, quando la
depressione colpiva o quando serviva un’azione di pace, il gruppo costituiva
una realtà energetica solida e affidabile a cui si poteva ricorrere.

Negli ultimi tre anni siamo ritornate in quella parte della Nuova Zelanda dove
eravamo solite camminare: abbiamo scritto un libro per i bambini di lì, per
spiegare come la Nuova Zelanda sia diventata nuclear free e come i loro
genitori e nonni ci abbiano sostenuto nelle nostre marce per la pace. Abbiamo
ricevuto denaro per pubblicarne 5.000 copie da un fondo costituito con i
risarcimenti che il Governo francese ha pagato al nostro Governo per aver
bombardato una nave di Greenpeace, ancorata in uno dei nostri porti.

Abbiamo un sito a sostegno del libro, e lì vi si possono anche ascoltare alcune nostre canzoni: www.pramazons.co.nz

(A 69 anni mi rendo conto che il mio profondo impegno per la pace è strettamente
connesso a mio padre e alla sua esperienza di prigioniero di guerra: nel 1944 evase
con alcuni amici, trovando ospitalità presso la gente del Friuli (che ha rischiato
molto), nel tentativo di unirsi ai partigiani in montagna, per poi passare in Svizzera.
Non dimenticheremo mai cosa hanno fatto le famiglie dell’area del Tagliamento e
dei colli circostanti.
La coscienza di gruppo spesso trova le sue radici anche nelle esperienze ancestrali…
siamo fatti di una miscela unica in ogni vita, probabilmente quella dell’incarnazione,
più il materiale genetico e l’eredità di questa particolare incarnazione.
Apparteniamo all’infinito, ma anche al nostro unico momento storico. La
manifestazione del mondo spirituale richiede la nostra opera in entrambi i campi.
Fe Day 23 luglio 2018 )

di Fe Day